Usa, disoccupazione al 4,1%. Ai minimi dal 2000

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2017 - 22:00 OLTRE 6 MESI FA
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Usa, disoccupazione al 4,1%. Ai minimi dal 2000

NEW YORK – Negli Stati Uniti la disoccupazione scende al 4,1%. Ai minimi dal 2000.

L’economia americana ha creato in ottobre 261.000 posti di lavoro.  
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti in ottobre è calato al 4,1%, ai minimi da 17 anni: era infatti dal 2000 che non scendeva a un livello così basso. Con i 261.000 posti di lavoro creati, si tratta del miglior mese sotto la presidenza Trump.

Il mercato del lavoro americano si riprende dagli uragani Harvey e Irma che si sono abbattuti su Texas e Florida, e torna a crescere in ottobre. I 261.000 posti di lavoro creati sono però inferiori alle attese degli analisti, che scommettevano un aumento di 313.000 unità. Ma l’analisi del Dipartimento del lavoro mette in evidenza un calo della disoccupazione al 4,1%. Il tasso di disoccupazione fra gli americani che non hanno completato il liceo è sceso ai minimi dal 1992, al 5,7%.

Unico neo, non da poco, i salari: la crescita frena bruscamente al 2,4% dal 2,8% del mese precedente, alimentando i timori su un’inflazione e confermando un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed in dicembre. I repubblicani prendono spunto dai dati sul lavoro per sponsorizzare il loro progetto di riforma delle tasse: fara’ salire i salari, dicono. Ma i democratici in blocco lo bocciano, forti anche di una maggioranza in Congresso non compatta. Il partito del presidente non è infatti del tutto allineato con l’iniziativa e a questo si aggiungono le possibili frizioni con la Casa Bianca sull’aliquota da imporre alle aziende.

Il provvedimento messo a punto dalla Camera la fissa al 20%, soglia che probabilmente non sopravviverà all’esame del Senato. Su questo punto però Donald Trump è intransigente: ”Non sarà d’accordo con un’aliquota al 22%” dice senza mezzi termini Gary Cohn, il consigliere economico della Casa Bianca. I democratici parlano di ”banchetto per i ricchi e briciole per il resto degli americani” e di un ”trasferimento sfacciato di ricchezza”.

A sollevare dubbi sono anche gli economisti e le aziende, le più ‘favorite’ dal piano dei repubblicani. ”Non credo sia il momento per uno stimolo con le tasse” afferma Lloyd Blankfein, l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Se da un parte le aziende sono infatti soddisfatte del taglio dell’aliquota dal 35% al 20%, dall’altra parte guardano dubbiose alla prevista tassa sui ricavi realizzati all’estero.