Yahoo comprata da Verizon per 4,8 miliardi di dollari. Ne valeva 125 ai tempi d’oro

Pubblicato il 24 Luglio 2016 - 22:06 OLTRE 6 MESI FA
Yahoo comprata da Verizon per 4,8 miliardi di dollari. Ne valeva 125 ai tempi d'oro

Yahoo comprata da Verizon per 4,8 miliardi di dollari. Ne valeva 125 ai tempi d’oro

Yahoo, motore di ricerca, internet business vari e proprietà immobiliari incluse, esclusi gli asset legati ai brevetti che dovrebbero essere ceduti separatamente. è stato venduto. A comprare è Verizon Communmications, colosso Usa della banda larga e delle telecomunicazioni. Il prezzo convenuto è di 4,8 miliardi di dollari, una cifra colossale ma solo una modesta frazione dei 125 miliardi di dollari cui era arrivata la quotazione di Yahoo nei momenti caldi della bolla internet al volgere del millennio. La caduta di valore è un monito per tutti, conferma quanto siano effimere le cose di questo mondo e come nella economia di oggi la volatilità sia la versione moderna della peste. La conclusione della parabola di Yahoo è un replay della vicenda di American On Line (Aol), anch’essa finita come divisione di Verizon, dopo avere raggiunto valutazioni tanto stratosferiche da papparsi, e poi risputare, una gloria della editoria americana e dello spettacolo Usa come Time-Warner.

Verizon ha registrato nel 2015 un fatturato di 131.6 miliardi di dollari, un cash flow operativo di 38.9, un risultato operativo di 33. Dipendenti: quasi 180 mila. È al tredicesimo posto nella classifica di Fortune delle aziende più grandi del mondo.

La cifra della transazione è stata anticipata dalla agenzia Bloomberg e confermata dal Wall Street Journal. L’annuncio ufficiale sarà dato lunedì.

Era da giorni, riporta la agenzia di stampa Ansa, che si parlava di battute finali nei negoziati diretti avviati tra i due gruppi, e l’ultimo nodo da sciogliere era propria l’intesa sul prezzo. L’accordo pone dunque fine a mesi di speculazioni sul destino di Yahoo!, passata da una stagione dorata in cui era protagonista assoluta del mondo del web a una lenta e lunga agonia che neanche l’ad Marissa Mayer, ingaggiata nel 2012, è riuscita a fermare, nonostante i numerosi tentativi di rivoluzionare e rilanciare la società. Alla fine Verizon ha battuto la concorrenza di tutti gli altri potenziali acquirenti.

L’ultimo round per la presentazione delle offerte era stato completato il 19 luglio scorso e, oltre a Verizon, si erano fatte avanti società come At&T, Vector Capital Management, il fondo di private equity Tpg Capital e la cordata guidata Dan Gilbert, il numero uno di Quicken Loans, appoggiata da Warren Buffett.

Ma nella partita Verizon si è conquistata fin da subito la pole position. Il colosso Usa con una capitalizzazione di mercato di 210 miliardi di dollari e una generazione di cassa di 38 miliardi di dollari, aveva la forza finanziaria per vincere la partita di Yahoo!, che rappresenta un’annessione importante per i piani di crescita di Verizon decisa a rompere il duopolio di Google e Facebook nella raccolta pubblicitaria online.

Così il colosso delle Tlc si è fatto subito avanti quando all’inizio di quest’anno l’amministratore delegato di Yahoo! Marissa Mayer – dopo aver tenuto a bada per anni i malumori degli azionisti per i cattivi risultati della società – aveva annunciato che intendeva esplorare alternative strategiche, tra cui la cessione delle principali attività Internet. Mayer si è vista costretta a cedere alle pressioni degli investitori dopo i ripetuti ripensamenti sullo spin off della quota in Alibaba e una serie di piani di rilancio che non hanno avuto successo. Ex veterana di Google, al suo arrivo Mayer nel 2012 era stata accolta con grande entusiasmo, considerata come la svolta per Yahoo!. Ma le aspettative sono state deluse, fino a rendere gli azionisti così impazienti da aumentare la pressione sui vertici fino all’avvio del processo di vendita. In molti avevano anche chiesto la testa di Mayer. E se finora è riuscita a resistere, adesso il cambio di proprietà si tradurrà molto probabilmente in una sua uscita immediata quanto dorata e in complessivo cambio della guardia ai vertici.