Zonin barricato, il rifugio “segreto” a Terzo d’Aquileia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2016 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA
Zonin barricato, il rifugio "segreto" a Terzo d'Aquileia

Zonin barricato, il rifugio “segreto” a Terzo d’Aquileia

ROMA – Zonin barricato, il rifugio “segreto” a Terzo d’Aquileia. Il 2 giugno scorso alcune decine di persone, formate nella quasi totalità da risparmiatori e soci della Popolare di Vicenza  rimasti beffati dal crollo delle azioni, hanno inscenato un particolare “funerale della Repubblica” sotto una delle ville di Gianni Zonin a Montebello. L’ex potente numero uno però non c’era: lo cercano – e non per fargli i complimenti –  i risparmiatori traditi, lo “bracca” il Gruppo Espresso, varie procure indagano.

Alla fine il rifugio segreto è venuto fuori. E’ una villa color ocra nascosta tra i vigneti della tenuta Ca’ Vescovo a Terzo d’Aquileia trasformata in “fortino”, questo lo scoop del Messaggero Veneto.  Su Repubblica invece vengono messi in fila parecchi elementi investigativi utili a comprendere i metodi di gestione della banca sotto la guida Zonin. Un sistema – è la conclusione di Franco Vanni- che fin da subito ha mirato ad evitare controlli e verifiche, dal valore esagerato delle azioni all’erogazione del credito subordinato alla sottoscrizione di azioni e obbligazioni.

«Sin dall’inizio il suo intento era mettere al riparo la Popolare di Vicenza da verifiche e guai giudiziari – dice Renato Bertelle, avvocato di Malo, presidente dell’associazione nazionale azionisti BpVi -. Come lo ha fatto? Con nomine e assunzioni. Ha creato una rete di protezione, per evitare che franasse tutto. Ha cercato di mettere a libro paga quelli che potevano dargli fastidio, o i loro capi. E in molti casi ce l’ha fatta”.

Un sistema, insomma, che ha permesso di passare dai ranghi della magistratura, delle Fiamme Gialle, di Bankitalia a quelli della Popolare. La diretta conseguenza del “sistema Zonin” è stata che “le inchieste avviate dalla procura di Vicenza sulla gestione di BpVi fino a oggi sonostate affossate da archiviazioni, prescrizione dei reati e sentenze di non luogo a procedere, arrivate dopo anni dall’apertura dei fascicoli”. (Messaggero Veneto)