Riscaldamento: quando accenderlo, come risparmiare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 16:50| Aggiornato il 8 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA

riscaldamentoROMA – L‘autunno è arrivato in anticipo e ha fatto sì che ci siano state già deroghe per accensioni anticipate, ma comunque dalla metà di ottobre gran parte degli impianti possono essere attivati.

Quali sono le regole per l’accensione del riscaldamento?

L’Italia è divisa in sei zone climatiche, dalla A alla F, individuate in base alla temperatura media durante l’anno, secondo la tabella riportata da Help Consumatori. Le province che rientrano nella zona F non hanno limitazioni, per esempio quella di Belluno. La maggior parte delle province del nord rientrano nelle zone E e D con accensione autorizzata fino al 15 aprile a partire dal 15 ottobre (è il caso di Milano) o da inizio novembre per un massimo di 14 ore al giorno.

Fra il centro e il sud le province con catalogazione da A a C. L’accensione minima, la A, è da inizio dicembre a metà marzo per un massimo di 6 ore al giorno; la categoria B arriva fino alla fine di marzo, sempre partendo dal primo dicembre per 8 ore al giorno; la C dal 15 novembre al 31 marzo fino a 10 ore al giorno. Le leggi sul tema sono la numero 10 del 9 gennaio 1991 e il decreto del presidente della Repubblica 412 del 26 agosto 1993.

A che temperatura deve essere tenuto il riscaldamento?

L’intera normativa che divide l’Italia in aree climatiche e definisce gli orari di accensione (dopo le 5 del mattino ed entro le 23 la sera) ha l’obiettivo di limitare i consumi di energia e l’inquinamento atmosferico. Ciò detto la temperatura non deve superare i 20 gradi centigradi, con due gradi di tolleranza, in case, uffici e scuole. Per capannoni industriali e artigianali la temperatura è 18 gradi.

Quanto si consuma per il riscaldamento?

Secondo l’Enea, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, l’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare gli ambienti e per l’acqua calda rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali e il 25% delle emissioni totali nazionali di anidride carbonica. Nel vademecum sull’efficienza energetica in casa l’Enea segnala gli interventi per diminuire le spese di riscaldamento dal 20 fino al 40%, interventi strutturali in alcuni casi, ma anche semplici accorgimenti come limitare il riscaldamento delle stanze non utilizzate.

Quando deve essere fatta la manutenzione della caldaia?

Ci sono novità grazie al DPR 16 aprile 2013, numero 74. I controlli per impianti di riscaldamento domestici e di piccoli condomini (di potenza compresa fra 10 e 100 kW) devono essere fatti ogni due anni per impianti a combustibile, ogni quattro anni per gli impianti a gas metano o GPL. Un allungamento rispetto al passato che porta un risparmio per la maggior parte delle famiglie che hanno impianti tradizionali. I tempi sono dimezzati, 1 e 2 anni, per gli impianti di potenza pari o superiore a 100 kW.

Si può scegliere una forma di riscaldamento autonomo anche se si vive in un condominio con impianto centralizzato?

Sì, la riforma del condominio entrata in vigore nel 2013 dice che un condomino può rinunciare a utilizzare l’impianto centralizzato con la condizione però che dal suo distacco non derivino squilibri di funzionamento o aumenti di spesa per gli altri utenti.