La Snam a Cdp, grave sconfitta per la strategia imperiale di Flavio Cattaneo

Pubblicato il 25 Maggio 2012 - 18:36 OLTRE 6 MESI FA

Flavio Cattaneo con la compagna Sabrina Ferilli (Foto LaPresse)

ROMA – La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha varato il decreto con cui si sancisce il passaggio del controllo della Snam dall’Eni alla Cassa depositi e prestiti (Cdp). L’operazione segna definitivamente la sconfitta della strategia imperiale di Flavio Cattaneo che con la sua Terna voleva acquisire la Snam.

L’Eni dovrà cedere a Cdp il 25,1% di Snam, compresa della distribuzione di gas (Italgas), il sistema degli stoccaggi (Stogit) e persino il primo rigassificatore italiano costruito a Panigaglia e piazzato dall’Eni nella holding metanifera da cui si dovrà separare. Sarà da vedere ora cosa farà l’Eni: il decreto consente al campione energetico di mantenere una partecipazione in Snam, purché non vada oltre il 5% ma l’Eni ha già chiarito che o le si dà la possibilità di continuare ad avere il controllo su Snam o niente. Per ora in un comunicato Eni “prende atto” del decreto e si impegna ad individuare ”in tempi brevi” le modalità di cessione della propria quota, che verranno sottoposte al Consiglio di Amministrazione il 30 maggio prossimo.

Da parte sua l’Ad di Eni Paolo Scaroni dice: ”Come Eni ci adegueremo a questo decreto, ma lo faremo con un po’ di malinconia. Snam è stata creata da Eni: Mattei è stato il primo petroliere al mondo a credere nel gas e in Italia si è costruita la prima rete di metanodotti. Negli anni ’90 con il petrolio che non costava più di 8 o 9 dollari, a tenere in piedi Eni è stato proprio il gas di Snam”. ”Da un punto di vista aziendale condividiamo la scelta del Governo – aggiunge Scaroni – ci permetterà di concentrarci sulle altre attività del gruppo e sulle nuove scoperte degli ultimi anni: mi riferisco al Mozambico e all’Artico”.

Il decreto della presidenza del Consiglio, si legge in una nota, stabilisce che Eni riduca la propria partecipazione in Snam, ”perdendone il controllo nei tempi più brevi, compatibilmente con le condizioni di mercato e comunque entro il termine di 18 mesi indicato dal Cresci Italia”, cioè dal decreto liberalizzazioni. Stabilisce, inoltre, che Eni ceda a Cassa Depositi e Prestiti ”una quota non inferiore al 25,1%”. Le modalità di cessione verranno quindi definite dai consigli di amministrazione delle due società.

In linea con i principi comunitari, specifica il governo, ”la separazione proprietaria favorisce la concorrenza nel mercato e quindi crea le condizioni per una maggiore concorrenza. La cessione a CDP – tra le cui attività c’è l’assunzione di partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale – ha lo scopo di assicurare il mantenimento di un nucleo stabile nel capitale di Snam tale da garantire lo sviluppo di attivita’ strategiche e la tutela delle caratteristiche di servizio di pubblica utilità delle attività svolte dalla società”.

La separazione proprietaria e decisionale di Snam, garantisce il decreto, ”è assicurata da specifici meccanismi di governance, in coerenza con la normativa comunitaria, sia nei confronti di Eni che di altri produttori e/o fornitori di gas ed elettricità”. Il provvedimento ”pone le basi per lo sviluppo di un operatore di rete gas forte – finanziariamente e tecnicamente – per sviluppare i significativi investimenti infrastrutturali necessari al Paese; indipendente, per garantire la piena terzietà di accesso al mercato; stabile, perché dotato di un assetto capace di garantire continuita’ di strategia di lungo periodo”.

Al fine di garantire, al contempo, la più ampia diffusione dell’azionariato, Eni cederà successivamente la quota residua nel capitale Snam attraverso procedure di vendita trasparenti e non discriminatorie tra il pubblico dei risparmiatori e/o degli investitori istituzionali. Per tutelare la separazione tra il proprietario delle attività di produzione e/o di fornitura di gas naturale e il proprietario e/o gestore delle attività di trasporto del gas naturale – specifica ancora il decreto – verranno osservati una serie di principi, tra cui l’esclusione dei poteri di indirizzo del MEF nella gestione della partecipazione in Snam e delle altre partecipazioni detenute da CDP in società che gestiscono infrastrutture di rete di interesse nazionale nel settore dell’energia. Snam ”avrà un ruolo chiave nell’obiettivo del Governo di sviluppare il mercato italiano del gas verso una sempre maggior concorrenzialità, sicurezza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento e integrazione con il mercato europeo e mediterraneo”.