Su mandato di Berlusconi, Romani metterà la Rai in assetto di guerra per le elezioni anticipate

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 4 Ottobre 2010 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Romani

Allarme in Rai, dopo la nomina del ministro allo Sviluppo economico. Sarà Paolo Romani, il “ventriloquo del premier”, a presidiare un dicastero-chiave per i rapporti con le tv e con l’emittente pubblica in particolare. C’è inquietudine, dunque, nei corridoi di Viale Mazzini e di Saxa Rubra, e vi spieghiamo perché.

La nomina di Romani, al di là di qualsiasi altra valutazione, rappresenta la volontà di Berlusconi di esasperare il clima e di arrivare alle elezioni anticipate in un clima incandescente.

Non è un mistero per nessuno, infatti, che il medesimo presidente Napolitano avesse consigliato di scegliere una figura diversa, meno esposta sul minato terreno del conflitto di interessi. Invece no! Il giorno dopo la ennesima sparata contro i giudici e la Costituzione, Berlusconi ha scelto di sfidare ancora una volta il Quirinale e nominare una persona che avrà il compito di presidiare tutte le piazze mediatiche in vista della ultima sfida.

Sarà appena il caso di ricordare che Romani è l’uomo che ha difeso gli interessi di Mediaset contro Sky, ma soprattutto è l’esponente del governo al quale è stato affidato il controllo della Rai.

Qualche settimana fa, in una intervista al Corriere della sera, Romani aveva indicato i programmi e gli autori “indegni del servizio pubblico”. Quell’elenco era identico a quello stilato da Berlusconi medesimo e intercettato dai giudici di Trani. Nell’ufficio di Romani si sono svolte anche alcune riunione dei consiglieri di Amministrazione della Rai indicati dalla maggioranza, alla faccia della decenza e persino della legge, sempre Romani era presente a Palazzo Grazioli quando vennero decisi gli organigrammi della Rai di Minzolini e di Masi. Sempre lui ha più volte annunciato il proposito di devastare quel poco che resta della “par condicio”, per consentire al presidente editore di poter disporre a suo piacimento delle reti unificate, anche nelle ultime settimane della campagna elettorale.

Questo è il contesto nel quale è maturata la sua nomina, questi gli inevitabili progetti che gli saranno affidati e che Romani tenterà di realizzare contando sulla ferrea alleanza con le camice verdi. Dentro e fuori la Rai.

Riuscirà nel suo intento? Potrebbe riuscirvi se, per la ennesima volta, le opposizioni e lo stesso gruppo di Fini, fingeranno di non sapere e non si predisporranno ad una controffensiva altrettanto dura, spregiudicata, capace di coinvolgere le autorità istituzionali e di garanzia.

Berlusconi e soprattutto Bossi vogliono votare subito, vogliono farlo con la vecchia legge elettorale e con il controllo pieno del polo Raiset.

In queste condizioni le prossime elezioni rischiano di essere una semi truffa.

Per queste ragioni, se appena appena ce ne dovessero essere le condizioni, non bisognerà avere paura di dar vita ad una maggioranza costituzionale che provi, costi quel che costi, a modificare la legge elettorale, a neutralizzare gli effetti peggiori del conflitto di interessi e a indire, subito dopo, le elezioni anticipate.

Per una volta, lo dico ad amici e compagni, sarà davvero il caso di non farsi condizionare da antichi rancori, spirito di fazione, estremismi demagogici che, alla lunga, potrebbero rivelarsi davvero esiziali.