Montezemolo e Wikileaks, tutto qui?

Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 00:45 OLTRE 6 MESI FA

Luca Cordero di Montezemolo

Tutto qui? Quello che è uscito finora da Wikileaks legittima questa domanda. Non era necessario mobilitare gli specialisti della diplomazia USA per scoprire che a Berlusconi piacciono le donne, soprattutto se giovani e carine. Lo aveva spiegato con chiarezza sua moglie, Veronica Lario, nella famosa lettera a La Repubblica del gennaio 2007. Da allora, su questo specifico argomento, sono stati scritti migliaia di articoli. Lo stesso dicasi per l’amicizia con Putin, arcinota: il Cavaliere se n’è vantato più volte.

Al momento, dunque, l’allarme del nostro Ministro degli Esteri Franco Frattini appare esagerato: a meno che non sappia qualcosa che noi ignoriamo. Qualche notizia in grado veramente di sconvolgere gli equilibri politici interni ed i rapporti internazionali. Aspettiamo, dunque, prima di dare un giudizio definitivo. La domanda “Tutto qui?” potrebbe magari rivelarsi prematura.

Dove invece la stessa domanda ci sembra assai più fondata e solida è per un altro evento, non internazionale ma interno, sul quale c’era una grande attesa da parte di giornali e partiti: le esternazioni di Luca Cordero di Montezemolo sulla situazione politica italiana. Invocato da mesi, coccolato dalla forze di centro e da una parte dell’opposizione, Luca finalmente ha parlato. Chissà quali mirabili proposte avrebbe avanzato per fari uscire l’Italia dalla crisi, ci siamo detti. Ebbene ha proposto una “lista civica nazionale”. Ovviamente “grande”. Tutto qui?

Le liste civiche sono frequenti a livello locale. Nascono- nel migliore dei casi- quando i cittadini di una comunità non ne possono più dell’inefficienza e delle liti fra i partiti tradizionali e decidono di candidare alle elezioni uomini e donne di “buona volontà”, in grado di affrontare i problemi reali senza condizionamenti politici. Ci sono stati anche casi di “liste civiche” di tutt’altro segno, promosse dalla ‘ndrangheta, dalla camorra o dalla mafia, ma ovviamente queste degenerazioni non riguardano affatto la proposta di Montezemolo. Servono solo a comprendere che nessuno strumento, in sé, è a priori buono o cattivo: bisogna vedere che cosa c’è dentro.

Montezemolo sostiene che “l’unica possibilità” per l’Italia sarebbe quella di “avere un grande movimento che non attinga dal serbatoio della politica tradizionale di oggi”; che occorre “introdurre nuovi protagonisti da reclutare tra i giovani, nel mondo della scuola e delle professioni”. Molto bello ma non molto nuovo.

Luca mi perdonerà se dico che queste cose, parola più parola meno, le abbiamo, infatti, già sentite più volte. Anche alla vigilia delle elezioni del 1994 che si conclusero con la prima delle vittorie di Berlusconi. E’ stato lui, dichiarando guerra al “teatrino della politica” a lanciare la moda di contrapporsi ai partiti tradizionali. Negli anni è diventato un vecchio ritornello: da Montezemolo mi aspettavo e mi aspetto qualcosa di più.

Con la politica italiana nello stato in cui oggi si trova, è facile dire che bisognerebbe farne a meno. Il problema vero è capire perché tutti quelli che hanno manifestato questa intenzione, a cominciare da Berlusconi, hanno poi fallito. Perché non si riesce ad essere un Paese normale dove governo e opposizione si confrontano – come avviene in tutte le democrazie che funzionano – si contrappongono ma anche collaborano quando necessario. E dove soprattutto i problemi e le ingiustizie si risolvono.

Noi invece siamo il Paese dove non passa giorno senza che qualcuno strepiti per i rischi che corre la Nazione. Siamo in costante emergenza democratica. Per l’opposizione, Berlusconi non fa solo errori: mette costantemente a repentaglio la democrazia italiana. Idem per Berlusconi l’opposizione non si limita a sbagliare nei suoi confronti, ma complotta, servendosi di ogni mezzo, magistratura compresa, per rovesciare anti democraticamente la volontà popolare.

Forse però non è solo colpa della politica se siamo a questo punto. Forse se fossimo in grado di promuovere una cultura diversa, che parta dal rispetto delle regole, dalla difesa di valori che non possono non essere condivisi, dalla volontà di capire noi stessi ma anche gli altri, anche la politica potrebbe cambiare e le soluzioni sarebbero a portata di mano. E’ di una cultura nuova e di valori veri che abbiamo bisogno. Altrimenti si finisce per dar ragione a quanti sostengono che abbiamo i politici che ci meritiamo. Tutti noi. Compreso Luca Cordero di Montezemolo.