Università, presidi e rettori contro i test di medicina: “Inadeguati, si rischia di scartare i migliori”

Pubblicato il 30 Agosto 2010 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA

Giovedì 2 settembre in tutt’Italia 90 mila giovani aspiranti dottori sosterranno il test di medicina, solo uno su dieci riuscirà ad assicurarsi una carriera in camice bianco. Ma sui test calano nuovamente le ombre. “Non è detto che la prova d’ammissione premierà i migliori. Ossia quelli, per intendersi, che in futuro potranno curare al meglio i malati”. È la convinzione di Anna Spada, Laura Vizzotto e Silvio Scarone, i tre presidenti del corso di laurea in Medicina della Statale di Milano, tra i più importanti a livello nazionale con 6.700 studenti in formazione. “La formula di selezione è da cambiare”.

Alla richiesta  di cambiamento si appellano anche la Sapienza di Roma e l’Università di Bologna, anche a fronte del boom di iscritti (più 30% almeno in media) che renderà la competizione particolarmente dura. “E’ necessario migliorare il sistema di reclutamento – ammette Eugenio Gaudio, alla guida della Conferenza dei Presidi che riunisce le facoltà di Medicina a livello italiano -. Il limite più evidente dell’attuale selezione è l’esclusione del voto di diploma e dei risultati scolastici degli ultimi tre anni”.

Sono prese di posizione forti davanti a un problema che si trascina da tempo, la necessità di selezionare i candidati in modo da premiare quelli più predisposti a a diventare medici è stata rilanciata anche lo scorso luglio da Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale.

Cambiamenti per ora non se ne vedono e quindi giovedì i 90 mila aspiranti dottori si troveranno davanti a una sequenza di 80 domande multiple (la metà di logica e cultura generale, 18 di biologia, 11 di chimica e 11 di fisica e matematica). Il Corriere della Sera riporta alcuni quiz:

“Quale dei seguenti strumenti musicali non rientra fra le percussioni? a) contrabbasso, b) timpano, c) tamburo, d) triangolo, e) grancassa; Si individui la serie che dispone i seguenti paesi europei nell’ordine decrescente delle rispettive superfici: a) Spagna, Svezia, Finlandia, Italia, b) Spagna, Italia, Finlandia, Svezia, c) Italia, Spagna, Svezia, Finlandia, d) Finlandia, Svezia, Italia, Spagna, e) Svezia, Finlandia, Spagna, Italia; Quale delle opere che seguono non è al Louvre: a) Pietà di Michelangelo, b) Vittoria di Samotracia, c) Gioconda, d) La libertà guida il popolo di Delacroix, e) Venere di Milo.

Insomma nessun test psicoattitudinale, neppure un colloquio per esaminare le motivazioni che spingono in corsia. Sottolinea Luigi Frati, rettore della Sapienza di Roma e già preside dal 1990 della sua facoltà di Medicina e Chirurgia, 5 mila nuovi studenti l’anno: “Nel 2009 l’esame d’ammissione è migliorato con quesiti meno bizzarri. Ma non bisogna fermarsi qui: oggi per un aspirante medico conta di più allenarsi per superare le domande (e magari essere fortunato) che essere stato un alunno modello per tutti gli anni delle superiori. Non va bene». Rincara la dose su Il Resto del Carlino Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna: «Ci sono giovani che rischiano di vanificare di colpo un percorso scolastico eccezionale”.