#AlfanoDimettiti su twitter. Sapeva di Seat da sabato? FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2015 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo i fatti di Parigi, in Italia si passa dal lutto alla polemica. E in pochi giorni da #PrayForParis in rete si arriva ad #AlfanoDimettiti. A pesare sul ministro dell’Interno è, tra l’altro, la notizia diffusa dal Giornale, secondo cui la polizia italiana era a conoscenza dalla prima mattina di sabato 14 novembre della possibilità che una Seat nera targata GUT18053 fosse stata usata negli attentati di Parigi. La polizia sapeva che poteva essere in Italia ma nessuno ha fatto nulla, tanto che l’auto è stata segnalata in Italia nel pomeriggio di lunedì 16 novembre. E così il terrorista Baptiste Burgy, 32 anni, è fuggito per due giorni non si sa dove.

Nel mirino di molti utenti di twitter, ma soprattutto del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha lanciato l’etichetta, anche le parole pronunciate dal ministro dell’Interno a Unomattina, su Rai Uno.

“Ascoltando Salvini sembra di percepire il suo dispiacere perché gli attentati di Parigi non siano avvenuti in Italia così da consentirgli di fare caciara e guadagnare voti”, aveva detto Alfano. A quelle parole Salvini aveva risposto su Facebook scrivendo: “Non è una questione personale: è buon senso, è legittima difesa, è la voglia di vivere in un Paese sicuro, guidato da gente capace”, e aveva sottolineato come, in poco più di un’ora dopo il lancio, l’hashtag #AlfanoDimettiti avesse raggiunto la prima posizione assoluta in Italia tra le tendenze twitter.

Alfano è accusato, tra le altre cose, di non aver mobilitato efficacemente le forze dell’ordine e i reparti speciali, soprattutto in una città come Roma, minacciata esplicitamente dall’organizzazione terroristica che ha fatto sanguinare Parigi. Che le misure di sicurezza nella capitale siano solo sporadiche e quasi casuali lo raccontano Laura Bogliolo e Elena Panarella sul Messaggero, che hanno passato la domenica a vedere come si prevengono gli attentati a San Pietro e in altre zone sensibili del centro di Roma:

“Operazioni di controllo strettissime, trolley dei fedeli passati al setaccio, pattuglie e cecchini sui tetti di piazza Pio XII. Vaticano blindato ieri per il primo Angelus di Papa Francesco dopo le stragi di Parigi mentre il livello di sicurezza in Italia si è alzato a 2 (un gradino sotto la massima allerta) e i corpi speciali (Gis e Nocs) pronti a intervenire. Lo spiegamento di forze in Vaticano, strideva con l’assenza dei vigili in strada. C’era l’Angelus, ma anche la prima delle quattro domeniche ecologiche. E nella Capitale in strada le pattuglie delle divise bianche erano ridotte al minimo. Se quello di ieri doveva essere un primo test a tre settimane dal Giubileo, il risultato è impietoso. Per strada le auto circolavano come in qualsiasi altro giorno.

Una camionetta dell’esercito all’inizio di via di Porta Angelica accoglie i pellegrini, lungo la strada carabinieri e polizia, fino al varco a ridosso di porta Sant’Anna. I militari controllano con metal detector manuali gli zaini dei turisti, i passeggini, fanno aprire giacconi e cappotti. Fermati anche due turisti che portavano una valigia sospetta: all’interno un drone. Avrebbe voluto scattare foto sulla piazza, intento subito bloccato dalla polizia. Su piazza Pio XII decine di volanti della polizia, camionette dei carabinieri. Rafforzato numericamente l’impianto di sicurezza, mentre su uno dei tetti della piazza è posizionato un cecchino. Allarme alle 12, proprio quando il Papa saluta il popolo dei fedeli. Su un bus della linea 40 (simbolica, perché parte a ridosso di via della Conciliazione) viene trovato un sacchetto blu di plastica abbandonato. L’autista che si ferma su Corso Vittorio Emanuele allerta la polizia, arriva una volante: dentro solo immondizia. Non appena l’Angelus finisce sbucano ambulanti abusivi, sempre gli stessi volti, sempre in azione nonostante il dispiegamento imponente delle forze dell’ordine e nessun vigile a fermarli”.