Camorra a Roma, la mappa dei ristoranti e locali sequestrati

di Gianluca Pace
Pubblicato il 22 Gennaio 2014 - 12:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 22 GEN – Novanta persone arrestate tra Lazio, Toscana e Campania. 250 milioni di beni sequestrati. E’ questo il risultato dell’operazione, scattata all’alba, contro il clan Contini, una delle tante famiglie dell’universo criminale della camorra.

Tanti i locali, i ristoranti, le gelaterie e le pizzerie sequestrate nel centro di Roma. Un fiume di soldi arrivato a Roma negli anni ’90, un fiume di soldi riciclato e investito, secondo l’accusa, dal clan Contini in 28 ristoranti, pizzerie e bar (oltre a due associazioni culturali) nel cuore di Roma.

Nel decreto del gip Guglielmo Muntoni l’elenco dei locali sequestrati:

La mappa dei ristoranti sequestrati

La mappa dei ristoranti sequestrati

Nella zona del Pantheon la gelateria Ciuccula in piazza della Rotonda e il ristorante Pummarola e Drink in via della Maddalena. C’è la catena Pizza Ciro a piazza Sant’Apollinare e via della Mercede. Zio Ciro Mangianapoli  in via della Pace, a piazza Navona. C’è la catena Sugo, con due sedi: in piazza Nicosia e quella con doppio ingresso in via di Propaganda e in via della Vite. A pochi passi L’Osteria della Vite.

A Prati, sequestrati Il Pizzicotto, in via Gioacchino Belli, e Friijenno Magnanno sulla circonvallazione Trionfale.

Sequestrate anche due associazioni: l’associazione culturale Roma Futura e la Mariano Keller società sportiva dilettantistica, secondo la Dda, acquisite con denaro riciclato. La prima con sede legale in largo Chigi 5.

Al centro di Roma anche le sedi legali delle società sequestrate:

Pizza Apollinare a largo Fontanella Borghese; Ma.Da. in via della Maddalena, al Pantheon; So.Ge. Italia in via delle Quattro Fontane; Pulcinella in via Archimede, ai Parioli; Oasi Mare in piazza della Libertà, a Prati.

Tra i prestanome utilizzati dal clan Contini, secondo il Gip, anche la famiglia Righi che “ha sviluppato, con modalità illecite, un’intensa e redditizia attività imprenditoriale nella Capitale (e in altre parti del territorio nazionale e all’estero) realizzando dal nulla una holding societaria in grado di controllare con varie metodiche illecite una catena di esercizi commerciali nel settore della ristorazione”.