Cannes: Michael Douglas in “Behind the Candelabra”, film su pianista gay Liberace

Pubblicato il 21 Maggio 2013 - 14:59 OLTRE 6 MESI FA

CANNES – Arrivano gli applausi a fine proiezione stampa per l’atteso film di Steven Soderbergh ‘Behind the Candelabra’, in concorso alla 66 esima edizione del Festival di Cannes. Michael Douglas, uno dei protagonisti della pellicola, in conferenza stampa spiega che “dopo il cancro, questo film è un regalo” e si commuove e piange.

Lustrini, oro dappertutto, kitsch all’ennesima potenza, botulino, plastica facciale, sesso gay, trionfo di cani da borsetta e, infine, tanta musica per raccontare la storia dell’eccentrico pianista Liberace (interpretato da un Michael Douglas da Palma). Un artista e un omosessuale di Milwaukee scomparso nel 1987 per Aids che, fra gli anni ’50 e ’70, è stato il musicista con il più alto cachet del mondo.

Liberace (padre italiano e madre polacca), che non ha mai rivelato la sua evidente omosessualità in vita, si è accompagnato per cinque anni con il suo giovane amante Scott Thorson (Matt Damon). Il film è basato proprio sul libro ‘Behind the Candelabra’: my life with Liberace’, scritto dallo stesso Thorson. Il candelabro a cui fanno riferimento film e libro è appunto un barocco candelabro di vetro che Liberace era solito mettere sul piano durante i suoi scenografici concerti.

La vita di Liberace, che può ricordare quella di Elton John per stravaganza e spettacolarità, è  stata tutta nel segno della voglia di sorprendere. Macchine di lusso, anelli d’oro e diamanti monstre e una casa piena di un arredo ingombrante e luminoso. In questa fascinosa rete cade uno Scott Thorson diciottenne che diventa prima suo amante, viene poi adottato da Liberace e si convince perfino a farsi una plastica facciale per somigliare al suo pigmalione. E questo fino alla rottura del rapporto, dovuto da una parte alla promiscuità compulsiva del pianista e, dall’altra, dall’uso smodato di droghe da parte del ragazzo.

na rottura a cui seguì una causa legale e, proprio come racconta il film, una riconciliazione sul letto di morte di Liberace. Il film, prodotto dalla Hbo e che racconta l’ultima felice stagione di libertà sessuale prima dell’Aids (non a caso nel film si vede un giornale che nel 1959 riporta la morte di Rock Hudson) ha nel cast anche Rob Lowe, Dan Aykroyd, Debbie Reynolds e Scott Bakula.

Una curiosità: Steven Soderbergh ha vinto a soli 26 anni la Palma d’Oro col suo primo film, ‘Sesso, bugie e videotape’. Era nel 1989. Frase cult del film detta da Liberace: ”Dicono che io non sono Rubinstein, ma io potrei dire che Rubinstein non è Liberace”.

A seguire le immagini a Cannes della conferenza stampa (LaPresse)