Facebook e camorra: baby boss, armi e post contro “sbirri”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2016 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA
Facebook e camorra: baby boss, armi e post contro "sbirri"

Facebook e camorra: baby boss, armi e post contro “sbirri”

NAPOLI – Pistole, mitra, belle donne, auto di lusso, Rolex e, fisso come tema comune, il “mito” di Scarface. Sono i giovani, giovanissimi (alcuni minorenni) baby boss della Camorra, dei “guaglioni” direbbero a Napoli, in posa su Facebook. Sulle pagine Facebook dei giovani figli delle famiglie malavitose di Napoli e provincia (alcuni sono i nipoti di boss un tempo temutissimi) il mito di Scarface resiste infatti inossidabile. Foto in cui impennano sui loro motocicli “perché la normalità mi annoia”. Foto mentre stappano maxibottiglie di champagne. Foto mentre sono alla guida di Porsche o Audi.

Ma non è ovviamente tutto. Altri, anche più piccoli, pubblicano foto di coltelli a serramanico, oppure intere collezioni di Rolex presi chissà dove e soprattutto chissà come. È una esibizione continua di beni di lusso e di aggressività. Di post sprezzanti nei confronti degli “infami” e delle forze dell’ordine. “Stann’ semp’ annanz’ a me..chitemm…”.

Roberto Russo per Il Corriere della Sera ha raccolto una serie di post di questi “guaglioni”:

A destare impressione è l’enorme quantità di pistole e fucili che è possibile vedere liberamente nelle foto di quei profili. Come quella che ritrae un giovane, giubbetto in pelle nera, bottiglia di birra tra le mani e accanto a lui un’avvenente ragazza in minigonna. Lei tende le braccia impugnando un’arma. I due sono su un balcone. Non è dato sapere se abbia davvero sparato o se si sia trattato solo di una esibizione a beneficio di chi legge.

Il refrain prevede i soliti post di odio verso le forze dell’ordine: «Tr…e polizia, stessa porcheria». Oppure: «Finché vivrò contro di te starò» corollario di un muro con la scritta Acab (acronimo inglese di «tutti i poliziotti sono bastardi»). Ma ci sono anche commenti malinconici, quelli riservati ai padri o ai fratelli in cella. Scrive la figlia di un detenuto: «Vita mia, oggi è il tuo onomastico e con questo sono cinque che non festeggiamo insieme…Auguri di una presta libertà». Un ragazzo posta: «Tra poche ore il leone uscirà dalla sua gabbia» e pubblica la foto del padre nell’atto di lanciargli un bacio.

Ecco alcune foto dei post: