Fedez, canta l’anticapitalista ma l’attico…FOTO

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 3 Agosto 2016 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
Fedez, canta l'anticapitalista ma l'attico...FOTO

Fedez, canta l’anticapitalista ma l’attico…FOTO

MILANO – Può un anticapitalista possedere un attico lussuoso? Il senso della polemica sulla casa di Fedez è tutto qui. Il rapper milanese ha postato sui social qualche giorno fa alcune foto scattate nel suo attico milanese, secondo Novella 2000 400 metri quadrati nelle residenze CityLife progettate e disegnate dall’archistar Libeskind. Valore: 2 milioni di euro. Che poi significa un immobile da 5mila euro al metro quadro, che a Milano non è roba da sceicchi, ma comunque, evidentemente, ciò che ha indignato fan e commentatori è stata la presunta discrepanza tra le idee “trasgressive”, ammesso che l’anticapitalismo lo sia, e il cospicuo investimento milionario nel mattone. Ossia ciò che di più capitalista si può immaginare.

Chi sfiora, seppure con la leggerezza di un rap commerciale, tematiche sociali pare sia tenuto quindi a vita monacale. Cosa che stona con un tratto distintivo del divismo di oggi, ovvero condividere parte della propria vita sui social. E Fedez, va detto, non ha fatto alcuna esibizione di lusso: niente pacchi di banconote da 100 buttati dal balcone, solo qualche selfie da casa, casa che sì, incidentalmente è molto bella. Massimo Gramellini dedica la sua rubrica su La Stampa al “GalAttico” di Fedez:

Molti seguaci del cantante-che-parla lo hanno tacciato di incoerenza: se fai i soldi criticando il capitalismo, poi dovresti evitare di ostentarne i simboli. Più in generale, le foto hanno prodotto il solito conato di invidia sociale, che non è uno dei tratti della nostra epoca ma di tutte le epoche, specie in questo Paese ipocritamente cattolico che non ha mai considerato la ricchezza un premio di cui vantarsi ma un privilegio di cui vergognarsi. Il web non ha inventato l’invidia sociale, però ha sancito la fine del divismo. Una divinità è tale finché abita su un Olimpo inaccessibile. Mentre il web è l’esatto contrario dell’Olimpo. Rende orizzontale ciò che un tempo era verticale. Perciò i veri divi se ne tengono alla larga. Il web è la Terra. E quando un divo scende sulla Terra ci trova gli esseri umani. Armati di vaffa.

Invidia sociale? Possibilissimo. Ipocrisia? Anche. Web che sancisce la fine del divismo? Non proprio. Il web “fa” i divi, spesso seguitissimi proprio per l’esibizione di ciò che crea invidia: può essere il corpo di una modella che se su Instagram ha più di 200.000 follower può felicemente unire gli introiti delle sfilate a quelli della seconda carriera da “web influencer”. E essere divi “influencer” paga denaro sonante, non è solo accresciuta notorietà. E che il divismo del web sia vivo e vegeto lo dimostrano personaggi che hanno costruito fama, soldi e consenso solo grazie all’esibizione, quella sì esagerata. Leggasi il caso di Dan Bilzerian in America (per capire il fenomeno si consiglia una spulciatina al suo profilo Instagram e una rapida rassegna del tenore dei commenti, tutti più o meno osannanti) o quello dell’italianissimo Gianluca Vacchi. Fortunatissimo dalla nascita come figlio di una ricca famiglia di imprenditori, Vacchi ha costruito tutta la sua recente notorietà sull’esibizione social di ville, elicotteri, gioielli e completi sartoriali, anche in questo caso vale la pena di scorrere il suo Instagram, in cui commenta sempre “enjoy”.

“Enjoy” il tuo attico, Fedez, e continua a rappare l’anti-capitalismo, non sarà un selfie a farti casta.