Festival di Sanremo 2016: A come Arcobaleno, B come Bosso…

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2016 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA

SANREMO – Festival di Sanremo 2016: un successo da oltre 10 milioni di spettatori pari al 49.58% share. Lo share più alto degli ultimi 11 anni. Tanto che Carlo Conti scioglie le riserve e annuncia il tris per il 2017.

La finale è stata seguita da 11 milioni 223 mila i telespettatori, pari al 52.52% di share. Rispetto allo scorso anno, quando l’ultima serata aveva accalappiato ben 11 milioni 843 mila spettatori, gli ascolti sono leggermente in calo di circa 600 mila spettatori e quasi 2 punti di share. Ma è stato solo l’effetto Juventus-Napoli a dirottare il pubblico.

Ecco allora il Festival dalla A alla Z secondo l’agenzia Ansa:

A come ARCOBALENO – Nastri, braccialetti, papillon, anelli tatuaggi, trucco: festival a colori per sostenere la campagna a favore dei diritti civili partita dal web. L’arcobaleno attraversa le serate, passando dagli ospiti ai cantanti in gara ai direttori d’orchestra.

B come BOSSO – Lascia il segno con un inno alla forza della musica e alla magia delle cose belle. In 13 minuti conquista l’Italia con una lezione di coraggio ed empatia.

C come CARLO CONTI – A furia di pedalare, il gregario Conti ha vinto la Sanremo-Sanremo. La sfida con se stesso era da brividi, l’ha superata a pieni voti. Si candida di diritto come Baudo del nuovo millennio.

D come D’AVENA – Ullallà ullallà ullallallà… Bastano un paio di accordi del Valzer del moscerino, poi Kiss me Licia e i Puffi, e con l’eroina delle sigle si torna tutti bambini.

E come ELISA – Mani sudate e lucciconi agli occhi, anche Elisa si lascia coinvolgere dall’atmosfera del palco che nel 2001 l’ha vista trionfare. Medley della nostalgia e nuovi successi.

F come FRASSICA – E’ l’unico ospite comico a rubare, anche se solo per pochi minuti, la scena a sua maestà Virginia Raffaele. Regala a Garko la parentesi più divertente del festival e al pubblico l’emozione di una favola amara sui migranti e sul piccolo Aylan. Picco in tv e boom sui social.

G come GABRIEL GARKO – Valletto con l’anima, sex symbol con l’autoironia. Legge il gobbo, scivola su qualche gaffe e su pronunce improbabili, nel festival più gay friendly di sempre dice che non c’è nulla di male nell’essere un’icona omosessuale. Cita nel look le star di Hollywood ma sa sorridere di se stesso.

H come HOTEL – Alberghi sold out come ai bei tempi. Ma il trend di quest’anno sono le case in affitto, complici anche cronisti low cost.

I come IL VOLO – A sorpresa, si collegano da New York per la finale. Avevano stravinto un anno fa con Grande amore.

J come JUVE-NAPOLI – Il match da scudetto è lo spauracchio della finale. Fa record di ascolti per un match di serie A ma il festival tiene.

L come LAURA PAUSINI – Si emoziona nel duetto con se stessa sulle note della Solitudine. E’ una star mondiale, ha vinto ai Latin Grammy, ma non dimentica il palco che l’ha lanciata: “Sono l’unica ragazza di Solarolo che ha vinto il festival”.

M come MADALINA GHENEA – Un metro e 80 di Grande bellezza, passa con disinvoltura dall’abito da principessa di Frozen al pizzo nude look. La scala dell’Ariston fa più paura della piscina di Youth, ma lei mette in mostra doti di grazia e dolcezza. Sogna il cinema e una piccola haitiana da adottare.

N come NICOLE KIDMAN – Incanta, cita La dolce vita (“Carlo, vieni a prendermi”), accenna Senza una donna di Zucchero, celebra la dolcezza della famiglia e dell’odore dei figli, ovunque vada trova i fiori del marito Keith Urban. Beata.

O come ORCHESTRA – Co-protagonista d’eccezione, abbraccia la scena, accompagna assorta le esibizioni, si diverte e si commuove: le lacrime della violista sulle parole di Bosso diventano virali.

P come POOH – La festa per i 50 anni di carriera è un delirio pop a suon di Dammi solo un minuto, Tanta voglia di lei, Piccola Katy, Noi due nel mondo e nell’anima, Pensiero, Chi fermerà la musica. Standing ovation e terzo trending topic mondiale.

Q come QUELLI CHE SANREMO – Il ritmo di Nicola Savino, il graffio della Gialappa’s e i travestimenti di Max Giusti, da Elton John a Bono Vox, rilanciano il Dopofestival. Poche polemiche e ascolti alle stelle.

R come RAMAZZOTTI – Eros celebra la sua storia, dedica Più bella cosa all’amata Marica in prima fila, sventola il nastro arcobaleno e testimonia che “i figli fanno famiglia, e la famiglia è fondamentale, qualsiasi essa sia”.

S come SALA STAMPA – Tra la suspense di un voto fallito e i cori a squarciagola sulle cover, i giornalisti sopravvivono agli arresti domiciliari nel Roof Garden dell’Ariston.

T come TRICOLORE – E’ la risposta al nastro arcobaleno. Simbolo di solidarietà ai marò, spunta sulla giacca del presidente della Regione Toti che la dona al vincitore delle Nuove Proposte.

U come #USCITEVESSICCHIO – Eroe della bacchetta e idolo del web, viene richiamato a furor di rete sul palco dopo la latitanza della prima serata.

V come VIRGINIA – E’ la vincitrice assoluta del festival. Godereccia Sabrina Ferilli, ‘antica’ e crudele Carla Fracci, supera se stessa nei panni di una Donatella Versace ‘mummificata’ dal lifting e di una Belen che ancheggia e trascina nel trolley il ‘paparazzo a mano’. Applausi.

Z come ZERO – L’alieno’ Renato Zero (“Gli alieni sono fra noi e io sono uno di loro”) fa cantare e ballare l’Ariston. Dalle vette del Cielo al supermercato, dove trascina carrelli pieni di ravanelli, apre una finestra sui Migliori anni della nostra vita.