Laura Boldrini su Twitter: “Mai parlato di legge su Internet”

Pubblicato il 4 Maggio 2013 - 18:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Laura Boldrini scrive: “Non ho mai parlato di una nuova legge per Internet“. Il presidente della Camera lo scrive su Twitter, per placare le voci scatenatisi dopo le parole venute fuori il 3 maggio.

Questo il tweet della Boldrini: ”Grazie per la solidarieta’. Mai parlato di anarchia o nuova legge per web. Obiettivo è arginare la violenza contro le donne, anche in rete”.

È un po’ nascondersi dietro un dito o agli eufemismi. Ancora sabato mattina, Maria Elena Vincenzi su Repubblica aveva scritto che:

“la Boldrini ha auspicato una riflessione sui reati online, soprattutto quando le vittime sono donne in ruoli importanti”.

Si chiami riflessione, si chiami argine, ma il concetto è sempre lo stesso, con l’aggravante che sembrano contare solo le “donne in ruoli importanti”.

A conferma del moto ondoso che deve avere agitato i due neofiti del potere legislativo italiano, venerdì l’ex pm e ora presidente del Senato Pietro Grasso, nel generoso tentativo di dare copertura alla collega, aveva detto:

Vanno ideate leggi specifiche per il web perché sulla rete si commettono tanti reati’. È’ necessaria una volontà internazionale per legiferare in materia perché i server attraverso cui risalire ai responsabili si trovano in Paesi che non collaborano sul piano giudiziario”.

La storia

Il 3 maggio Repubblica pubblica un’intervista di Concita De Gregorio alla Boldrini, intervista in cui il presidente della Camera invocava una legge “contro le campagne d’odio sul web”.

Queste le parole esatte della Boldrini: “Io ho chiesto di non essere scortata. Non ho paura di camminare per Roma. Mi pare molto più pericoloso che si diffonda in rete una cultura della minaccia tollerata”. La questione, rileva, “non riguarda solo me. Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l’aggressione sessista. […] Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta o con una scritta sul muro sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web. […] Chiedo che si apra una discussione serena e seria. Se il web è vita reale e produce effetti reali, non possiamo più considerare meno rilevante quel che accade in Rete”.

Boldrini ha spiegato su Facebook cosa voleva dire in quell’intervista: ”Nell’intervista non parlo mai ne’ di anarchia, ne’ di censura, ne’ della necessita’ di una nuova legge. Anzi, proprio perche’ credo nel potenziale partecipativo e democratico della rete, ho voluto attivare ed utilizzo quotidianamente, da presidente della Camera, una pagina facebook ed un profilo twitter, che considero strumenti utili al confronto e al dialogo. Ci tengo, anche con questi mezzi, ad accorciare le distanze tra le istituzioni ed i cittadini. Ma le minacce, gli insulti, le intimidazioni, la violenza non sono mai accettabili, ne’ dentro il web ne’ fuori”.

”Nell’intervista, dunque, intendevo aprire un confronto sulla violenza contro le donne, che si manifesta anche attraverso internet – ha aggiunto la presidente della Camera -. La pedopornografia, in rete, viene seguita e perseguita con attenzione e preoccupazione. Quello che di sconcio accade contro le donne viene, invece, spesso sottovalutato e ridotto a goliardata machista. E’ un problema che deve riguardare tutti, non solo noi donne. L’obiettivo e’ arginare la violenza. Sono certa che sapra’ condividerlo anche chi ha giustamente a cuore la liberta della rete”.