Mette mani in bocca a orso e si libera: racconto choc FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2015 - 23:03| Aggiornato il 2 Dicembre 2015 OLTRE 6 MESI FA

OTTAWA – Ha spalancato con le sue stesse mani le fauci dell’orso per riuscire a liberarsi e mettersi in salvo. E’ la terrificante esperienza vissuta da Greg Boswell, noto alpinista scozzese, attaccato da un orso grizzly (orso bruno americano) mentre scalava una parete delle Montagne Rocciose Canadesi insieme al suo compagno di cordata, l’inglese Nick Bullock.

I due si stavano arrampicando sul Monte Wilson, quando all’improvviso da una zona boschiva sul fianco della montagna è sbucato l’orso. Il primo ad avvistarlo è stato proprio Boswell che ha gridato all’amico di “correre”.

Nick Bullock ha raccontato sul suo blog: “Greg era dietro di me quando mi sono girato e l’ho visto sfrecciare a tutta velocità, inseguito dal grizzly. L’orso correva affondando le sue potenti zampe nella neve fino a toccare con la pancia, ma la cosa non sembrava rallentarlo”.

Boswell è presto sparito dalla vista del compagno: è inciampato ed è caduto di schiena, subito dopo l’orso gli è piombato addosso. Ha gridato e sferrato calci mentre l’animale gli azzannava gli scarponi come fossero pantofole. Ad un certo punto l’orso lo ha immobilizzato mettendogli una zampa sulla gamba e gli ha morso la tibia dell’altra. Ma l’alpinista, determinato a sopravvivere, non si è perso d’animo e in uno slancio di adrenalina, gli ha divaricato le fauci, riuscendo così a liberarsi.

Se è riuscito a sopravvivere in seguito è solo grazie all’amico che lo ha riportato a valle e poi ha guidato senza sosta fino all’ospedale dove gli hanno medicato e suturato le ferite. A raccontarlo è lo stesso Boswell sul suo blog:

“Devo letteralmente la mia vita a Nick. Ero sotto shock dopo l’incidente e non sapevo cosa fare. Nick mi ha tirato fuori da lì e mi ha portato in ospedale! Probabilmente sarei morto di ipotermia o per la perdita di sangue se lui non mi avesse spronato a continuare. La mia stupida idea era di arrampicarmi su un albero ed aspettare fino all’alba del giorno seguente. 12 ore a -20°C e con una grave emorragia alla gamba non è il modo migliore per trascorrere la notte. Non potrò mai ringraziare Nick abbastanza, anche se so che non occorre che lo faccia. Grazie fratello! Xx “