“Boicotta Parah e Nicole Minetti”: su Facebook la protesta contro la sfilata

Pubblicato il 25 Settembre 2012 - 17:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Le donne non possono essere rappresentate da una persona ignobile come la Minetti, Boiccottiamo i prodotti Parah e nessuno compri il costume indossato da lei”. Scrive così un gruppo di persone che su Facebook hanno creato la pagina “Boicotta Parah e la Minetti”.  Molti utenti del web non hanno infatti gradito la scelta di far sfilare Nicole Minetti come testimonial per la sfilata primavera-estate 2013 a Milano Moda Donna.

Anche la pagina dei prodotti Parah è stata invasa da commenti negativi. Parah, lo scorso 19 settembre aveva giustificato sulla propria fan page la scelta dell’ex igienista dentale così: “Sì, volevamo la vostra attenzione” con “una mossa coraggiosa”. La scelta però si sta appunto rivelando un boomerang mediatico e di marketing per il brand. La fanpage dell’azienza sta infatti venendo bombardata di commenti negativi da parte di fan e acquirenti. In pochi giorni, la pagina ha ricevuto centinaia di commenti di altri utenti che hanno espresso il loro sdegno. Un diluvio di critiche e promesse di boicottaggio da parte di clienti che si sono sentiti traditi.

“Non mi piace anzi mi fate schifo, mai piu’comprero ‘ un vostro costume. VERGOGNATEVI”. “Come distruggere un’immagine, costruita nel tempo, di brand serio e ricercato in pochi minuti. Complimenti, non era facile”. “Sono vostra cliente, avete attirato la mia attenzione: ora starò attentissima a non darvi più nemmeno un euro. E sì, avete avuto del coraggio: vendete moda e avete sbattuto in faccia a tante donne che non apprezzavano il cattivo gusto. Se l’obiettivo era affossare un brand serio, complimenti per l’ottimo lavoro svolto!”. “La scelta di un testimonial dovrebbe rispecchiare la filosofia dell’azienda e l’immedesimazione della cliente! Avete toppato e non vale la scusa di voler farsi conoscere ad un pubblico più vasto. Così avete ridicolizzato anni di lavoro e l’immagine seria e al servizio delle donne che avete trasmesso fino ad ora”. Questi sono alcuni dei centinaia di feedback che l’azienda sta ricevendo.

Ma qual è la motivazione che ha spinto l’azienda a scegliere la Minetti? “Parah negli anni ha sempre cercato – si legge in una nota – di portare avanti l’immagine di un brand serio, ricercato, avvalendosi anche di testimonial famosi che hanno portato orgogliosamente i nostri capi e che noi con soddisfazione abbiamo visto far parte delle nostre campagne pubblicitarie. Ma al giorno d’oggi l’unico modo per colpire l’attenzione sembra essere quello di stupire e creare scandalo, ecco perché spesso i nostri modelli non hanno ottenuto l’attenzione sperata, ancora meno se i testimonial sono ragazzi e ragazze scelti tra la gente comune. Ecco che questa volta abbiamo osato. Abbiamo sfruttato l’attenzione mediatica che circonda la figura di Nicole Minetti per rompere gli schemi e ottenere la Vostra attenzione”.

Una spiegazione che non ha convinto i clienti, anzi. “Raramente ho letto una comunicazione di un’azienda così patetica, ma soprattutto meschina. Non avete nemmeno il coraggio delle vostre azioni. Poiché la Minetti ce l’avete messa voi in passerella (brava lei ad aver accettato) avreste piuttosto potuto dire ‘Ok ok, volevamo fare il colpaccio e invece abbiam completamente sbagliato testimonial’. Invece cosa fate? Riversate su di noi la responsabilità. Non date la colpa all’oggigiorno”, osserva un utente.

Altri commenti si concentrano sulla strategia di marketing. “Io non riesco a capire come si possa scegliere un testimonial per un brand serio come il vostro solo con l’obiettivo di creare rumore e attenzione intorno alla scelta”. “L’attenzione nei confronti di un marchio dovrebbe arrivare non per lo scandalo che suscita ma per la qualità dei contenuti che propone, per l’intelligenza della campagna di marketing (ma scegliere una via che facesse parlare altrettanto perché provocatoria su temi come la precarietà del lavoro, piuttosto che la crisi, piuttosto che l’immagine della donna che offrono i Media, spesso svilente e mercificata, no???) e per il modo in cui viene gestito il tutto. Mi sembra un gioco al ribasso il vostro” scrive un altro utente.

Buona parte dei fan sente offensiva questa mossa. “La scelta fatta denota non solo scarsa considerazione nell’intelletto delle donne (quelle vere si intende, quelle che comperano i vostri costumi) ma anche una scarsissima considerazione del vostro prodotto. Sinceramente non mi sento offesa poichè mai più verrà da me acquistato un vostro prodotto non fosse che per evitare ogni e qualsiasi accomunamento ad una persona di cui non ho alcuna stima e considerazione” scrive una ormai ex cliente. “Pessima scelta: confondersi con il ciarpame, proprio in questo periodo storico, è decisamente out. Questo significa che anche la vostra azienda è out, ormai. Pessima e discutibile risposta ad un momento critico. E’ valore, portato avanti con valore che crea la differenza, non certo il conformarsi e livellarsi al ribasso” aggiunge un’altra. “Vi conoscevo come azienda seria, vedo che però ormai cominciate a dubitare del vostro prodotto e del fatto che lavorare seriamente sia il segreto di un successo duraturo” si osserva in un altro commento. “Avete sbagliato a pensare che la notizia sia l’unica possibilità ormai per vendere – aggiunge un altro utente – un’azienda che fa del prodotto e della qualità dal 1950 il suo marchio di fabbrica cade nel political trash”.

Parah, nella nota osserva che l’intenzione era “portare l’attenzione su quello che vuole comunicare Parah, a partire dal Parah Online Contest”, ovvero “il concorso che ha visto quasi 300 ragazze provenienti da tutte le parti d’Italia e dall’estero, inviare le proprie fotografie o farsi fotografare sulla spiaggia per provare a diventare la nuova testimonial Parah online. Potevamo prendere un testimonial famoso, ma abbiamo deciso di rimetterci in gioco e di dare una possibilità alle ragazze e siamo stati colpiti dal loro entusiasmo e dalla loro voglia di provare. Ora siamo alle fasi finali. Le trenta ragazze finaliste faranno uno shooting a Milano il 4 ottobre e tra queste verranno scelte le tre finaliste che verranno votate da Voi”. Una giustificazione che per gli utenti non regge. “Più che una scelta coraggiosa, è stata mancanza di idee e volontà di scegliere una facile scorciatoia. Peccato! La vostra storia e le ragazze del Parah Online Contest (anzi, forse soprattutto loro) meritavano qualcosa di meglio”.