Profughi nel fango, combattono neve e gelo tra baracche FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Febbraio 2016 - 07:27| Aggiornato il 21 Febbraio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Profughi nel fango, combattono neve e gelo tra baracche FOTO

Profughi nel fango, combattono neve e gelo tra baracche. Siamo nel campo di Grande-Synthe, nella regione di Dunkerque e Calais: qui vivono circa 4000 persone, prevalentemente rifugiati curdi. Sognano di passare in Inghilterra

CALAIS – I migranti arrancano nel fango e combattono la neve e il gelo raccogliendosi attorno a fuochi accesi nel campo “temporaneo”, improvvisato da chi vorrebbe riuscire a raggiungere la Gran Bretagna dalla Francia. Siamo nel campo che si trova nel comune di Grande-Synthe, nella stessa regione di Dunkerque e Calais: qui vivono circa 4000 persone, prevalentemente rifugiati curdi. Come racconta il Daily Mail, il campo è pieno di persone che cercano di vendere presunti passaggi per la Gran Bretagna e di criminali comuni che cercano di sfruttare i migranti disperati.

Recentemente c’è stata una sparatoria e la polizia ha arrestati diversi presunti trafficanti di persone che terrorizzavano la gente che vive lì. Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha confermato che dieci persone sono state prese in custodia: tra loro anche dei presunti scafisti.

Nel 2015, 28 reti di contrabbando sono state smantellate nella regione di Calais e in tutto 251 in tutta la Francia.Queste foto recenti mostrano le condizioni squallide in cui sono costretti a vivere, con i bambini che raccolgono palle di ghiaccio e neve per giocare.

Il presidente del Consiglio della Ue Donald Tusk ha parlato in queste ore del rischio di implosione dell’area Schengen, a causa della  pressione dei flussi migratori e della minaccia del terrorismo. Nel suo intervento alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni, Tusk ha affrontato il tema delle principali sfide che stanno di fronte all’Ue. “Il regionalismo è un forte antidoto per nazionalismi e separatismi”,  Regioni ed enti locali, dalle isole greche a Calais, da Colonia a Dunkerque, sono dunque “centrali” e sono “in prima linea” per affrontare queste sfide, ha concluso il politico polacco.