Relitto peschereccio in cui morirono 700 migranti arriva ad Augusta FOTO-VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2016 - 11:23 OLTRE 6 MESI FA
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Relitto peschereccio in cui morirono 700 migranti arriva ad Augusta

AUGUSTA (SIRACUSA) – Giovedì 30 giugno è arrivato al porto di Augusta il relitto del peschereccio inabissatosi il 18 aprile 2015, nel naufragio in cui morirono circa 700 migranti, considerata la più grande tragedia nel Mediterraneo fra i viaggi della speranza, a largo della costa della Libia.

A rendere noto l’arrivo di quel che resta del peschereccio è stato il comandante Marittimo Sicilia, contrammiraglio Nicola de Felice, incontrando i giornalisti. Il barcone è stato agganciato tre giorni fa e sollevato dal fondale con un modulo di recupero da nave Ievoli Ivory. In zona era presente nave San Giorgio della Marina Militare, che fornisce la protezione a tutto il dispositivo navale, con imbarcati oltre al personale del Gruppo Operativo Subacquei della Marina, una squadra di Vigili del Fuoco che ha il compito di effettuare i primi rilievi sul relitto e anticipare le informazioni utili. Il relitto sarà collocato all’interno di una tensostruttura refrigerata, lunga 30 metri, larga 20 e alta 10, dove inizieranno le operazioni di recupero delle salme.

Si stima che a bordo ci siano ancora tra i 250 e i 300 corpi intrappolati in una nave.  I 28 sopravvissuti hanno raccontato ai soccorritori che a bordo c’erano circa 700 persone, tra cui centinaia loro bloccate nella stiva. Sommozzatori della Marina italiana all’epoca recuperarono 169 corpi. Il numero esatto dei presenti a bordo non può essere rintracciato con esattezza.

Il recupero della nave affondata ha un costo totale di 9,5 milioni di euro, secondo quanto dichiarato dal contrammiraglio della Marina italiana, Pietro Covino. Le autopsie sulle vittime saranno effettuate gratuitamente da un team coordinato dal Prof. Cristina Cattaneo del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Milano. Il team sarà composto da medici provenienti dalle università di  Catania, Messina e Palermo e dalla polizia di Stato.