Roma, ragazze nomadi che sembrano modelle e che rubano nelle case FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Agosto 2017 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ladre nomadi belle come modelle che entrano nei portoni del Centro con grosse borse griffate. Dopo un sorriso a chi incrociano nell’andrione dei palazzi, entrano in azione e rubano negli appartamenti aprendo le porte con pinze, cacciaviti e lastre da passare tra stipite e porta.

A compiere questi furti in casa sono rom sinti che abitano in ville nella zona Est di Roma. Si mimetizzano sembrando turiste. Abiti buoni e qualche frase in inglese.

Alessia Marani ricostruisce sul Messaggero il “clan” delle bellissime ladre che rubano negli appartamenti. E lo stesso quotidiano romano pubblica alcune immagini di queste ragazze in azione:

“(…)Capelli lunghi sulle spalle o ben raccolti sulla nuca, vestitini aderenti. Se provi a scambiarci qualche parola, ammiccano frasi in inglese, all’occorrenza tirano fuori piantine della città e si fingono turiste. Persino i poliziotti che le hanno fermate la prima volta in via Giulia, hanno tentennato – ‘non sembrano ladre’ – ma portate al commissariato Trevi, ecco la sorpresa: Giulia ha un mandato di cattura per un anno e mezzo per furto in appartamento, nella bag nasconde pinze e un lungo cacciavite; Madonna tiene serrato in mezzo alle gambe un pezzo di plastica, quella dei contenitori dei detergenti, tagliata per funzionare come una lastra da passare tra stipite e porta a fare scattare le serrature. Nel reggiseno nasconde gioielli. Entrambe sono croate. Le vittime dei furti ricordano: ‘Ero appena uscita e ho incontrato delle ragazze che entravano nel palazzo, ma avevano borse e trolley, le credevo ospiti del b&b. Sono rientrata e la casa era sottosopra’”.

“Hanno belle case e ville specie nella zona Est. La polizia giudiziaria indaga su di loro. Scopre che ci sono batterie di rom sinti che si muovono a sciami (…) ‘I minori, tra gli 8 e i 16 anni, entrano in azione di giorno, gli adulti di notte’, spiega un poliziotto di lungo corso. Gli agenti ricostruiscono clan e individuano le aree da cui partono per raggiungere i quartieri da aggredire: dalla borgata Finocchio, da Rocca Cencia e Lunghezza. Si rendono conto che ogni mattina le batterie escono alle 9, a piedi raggiungono le stazioni del treno oppure un cugino fa il giro in auto, carica le ragazze e le porta a destinazione. Gli agenti sequestrano una Mercedes, una Porsche, due Bmw e una Tuareg”.

“Gli interni delle abitazioni sono da mille e una notte, i bagni hanno marmi, sanitari pitonati e cristalli. Recuperano montagne di refurtiva, qualcosa è ancora nei loro uffici. Le famiglie di sinti nel mirino, annotano gli agenti, funzionano sul modello delle ndrine calabresi. Tutte imparentate tra loro e pronte a ospitare e sostenere chi finisce nei guai. L’inchiesta che mira a smantellate l’organizzazione va avanti ma poi si ferma bruscamente col trasferimento del pm Francesco Scavo da Roma”.

“E i furti riprendono vigore. Le auto vengono dissequestrate, la maggior parte degli indagati torna a piede libero. Qualcuno è latitante. Come T. B., classe ’81, che deve scontare 11 anni. Nel suo curriculum criminale compaiono furti commessi a Trieste, Padova, Terni e Caserta. È conosciuta anche come Nikita, oppure come Jana. Con il solo nome di Silvana annovera 28 alias. Un anno fa viene fermata fuori Roma ma rilasciata, perché non è sempre facile andare ad aprire nel casellario giudiziale tutte le singole pagine relative: è un gioco di scatole cinesi in cui la malavita si muove benissimo”.

“Forse T. B. è a Roma, ma le indagini sono ferme. I colpi no. Durante il ponte del 29 giugno viene svaligiata la casa di una signora in vacanza e riecco spuntare i cassettari: tre raid a raffica in zona piazza di Spagna. Altra conoscenza dei poliziotti che ogni giorno pattugliano in borghese fra Trevi e Campo Marzio, è M. B., del 99, riconoscibile per la folta cresta di capelli neri. La videosorveglianza dei palazzi lo ha ripreso in azione con la sorella e un’altra bella complice. Le sue impronte sono spuntate nel sopralluogo di furto a casa del console brasiliano. E per Ferragosto probabilmente nemmeno lui andrà in ferie”.