Sudafrica, giudice: “Neri per cultura uccidono. E a bimbi..”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Maggio 2016 - 17:43 OLTRE 6 MESI FA
Sudafrica, giudice: "Neri per cultura uccidono. E a bimbi.."

Sudafrica, giudice: “Neri per cultura uccidono. E a bimbi..”

ROMA – Un giudice, e alcuni suoi messaggi su Facebook, hanno acceso per l’ennesima volta il dibattito sul razzismo in Sudafrica. Al centro della polemica c’è Mabel Jansen, una donna giudice bianca. L’anno scorso la donna ha scritto su Facebook, privatamente, a un’attivista dei diritti umani alcune considerazioni maturate dopo una lunga esperienza come magistrato. Ebbene secondo Jansen i neri avrebbero “per cultura” familiarità con reati come lo stupro, la pedofilia, l’omicidio. Per loro non sono gravi. Ecco cosa ha scritto la giudice:

“Gillian, ci credi che ho dei colleghi neri, uomini, che mi propongono di incontrarci per lavoro negli hotel, e si aspettano che io accetti? Nella loro cultura le donne sono fatte per dar loro piacere, il consenso non è richiesto. Puoi ritenerlo inaccettabile e disgustoso, come lo ritengo io, ma è così. Devo ancora conoscere una donna nera che non sia stata violentata ad almeno 12 anni. Sono seria.

E’ solo adesso che le donne stanno prendendo coscienza che hanno dei diritti e che devono essere prese sul serio, nessuno stupore che siamo colpiti da uno tsunami di casi di stupro. Ma spesso sentiamo che solo dopo la terza denuncia vengono prese in considerazione. Le donne stesse subiscono un tale lavaggio del cervello che ai loro figli dicono che un diritto dei loro padri essere i primi. Dopo 10,20,30,40 casi, ti assicuro che il tuo atteggiamento cambia radicalmente. Anche i bianchi, non sono privi di difetti. Ma questo…questo mi fa vomitare. Per concludere: no, i neri non sono angeli e la loro condotta e da condannare.

Anche l’omicidio, per loro non è grave. E lo stupro di gruppo di bambini, madri, figlie, un piacevole passatempo. Questo è il rovescio della medaglia. Ora sono nella posizione di allargarsi anche con le donne bianche. Gillian, le cose non stanno come le raccontano i liberal”.

La destinataria dei messaggi è Gillian Schutte: la donna ha deciso di rendere pubblici questi messaggi per denunciare quanto ramificato sia il livello di razzismo nel suo Paese. La giudice si è difesa pubblicamente che i suoi messaggi sono stati pubblicati privi del contesto e potevano essere fraintesi.