Tempesta Jonas sugli Usa: New York ferma, morti salgono a 20

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2016 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – La tempesta Jonas ha paralizzato lo stato di New York e la neve caduta copiosa sulla città ha portato al blocco delle auto e dei mezzi pubblici. Il 23 gennaio il governatore Andrew Cuomo ha proclamato lo stato d’emergenza per lo stato di New York, dove 3 persone sono morte. Le vittime di Jonas negli Stati Uniti salgono così a 20. L’emergenza riguarda in tutto 11 stati della costa orientale degli Stati Uniti. L’allerta ora diventa alta per Boston, la prossima città su cui Jonas è pronto ad abbattersi.

 

Le tre vittime, spiegano le autorità, sono state tutte in città: due nel Queens e una a Staten Island. Si tratta di persone che sono state colpite da infarto dopo ore che stavano spalando la neve davanti alle proprie abitazioni. Il Pentagono ha inviato oltre 2.300 uomini della Guarda Nazionale nei 12 stati della costa orientale Usa sotto la tempesta Joan. Il numero più alto di soldati, 490, opera in Virginia, dove in alcune zone è caduto oltre un metro di neve.

La città di New York è stata quindi chiusa per neve, come anche Washington e Baltimora. La tempesta Jonas si è abbattuta sulla costa orientale degli Stati Uniti con puntualità assoluta e investito la regione più popolata del Paese, con 85 milioni di americani in stato di emergenza.

Non si contano i disagi, con almeno 10 mila voli cancellati e molte delle arterie stradali principali diventate una trappola per migliaia di automobilisti. Centinaia di migliaia di persone, poi, sono rimaste senza corrente elettrica, dal Nord Carolina al New Jersey, dove è scattato anche l’allarme per le inondazioni che si stanno verificando sulla costa, con centinaia di persone evacuate.

Nelle ultime ore la situazione è andata peggiorando soprattutto a New York, dove Jonas è arrivata dopo aver sferzato le città più a sud, compresa Philadelphia. Le previsioni dicono che la situazione è in via di peggioramento, con la neve che potrebbe raggiungere anche i 60 centimetri di altezza e più. Per questo il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, e il sindaco della città, Bill de Blasio, hanno preso delle decisioni drastiche: divieto assoluto di circolazione per auto private e mezzi pubblici, stop delle linee ferroviarie locali, chiusura dei tunnel e dei ponti di accesso a Manhattan, compreso il Brooklyn Bridge.

“State in casa e lontano dalle strade”, è stato l’appello lanciato da de Blasio il 23 gennaio, che ha assicurato come al lavoro ci sono centinaia di uomini e di mezzi, tra spazzaneve e camion spargi-sale. Rivolto anche un invito a tutti gli esercizi commerciali rimasti aperti: mandate i dipendenti a casa.

Così le strade della Grande Mela appaiono deserte, e tutti gli uffici sono chiusi. Suggestivo comunque il clima in luoghi come Times Square e il Central Park, dove sfidando il freddo e le forti raffiche di vento molti newyorchesi e turisti si godono lo spettacolo. E non è difficile incrociare anche ragazzi sugli sci di fondo.

Il pericolo maggiore al momento viene soprattutto dal manto stradale gelato, visto che a piovere è un misto di nevischio e ghiaccio, il cosiddetto ‘blizzard’. Ma grandi problemi sta creando anche la scarsa visibilità.

A Washington, dove tutto si è fermato già nel pomeriggio di venerdì 22 gennaio, ci si avvia invece verso una nevicata record per la città, con la neve che in alcune zone del vicino Maryland ha superato il metro di altezza. Da Capitol Hill alla Casa Bianca, tutti gli uffici federali sono chiusi.

Il panorama in strada spettrale anche Baltimora e Philadelphia, mentre si prepara ad affrontare l’emergenza anche Boston, la prossima città ad essere investita da Jonas. In Kentucky l’emergenza stradale più grave, con migliaia di automobilisti rimasti intrappolati per ore sull’autostrada. Mentre un gruppo di studenti è rimasto bloccato per ore sul pullman su cui viaggiava in Pennsylvania.