“L’Urlo” di Tinto Brass: l’omaggio del Festival del Cinema (foto e video)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2013 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Casa del Cinema di Roma dedica una giornata a Tinto Brass per i suoi ottant’anni, compiuti lo scorso marzo. Alle 19,00 di giovedì 7 novembre, in occasione del Festival del Cinema di Roma è stato proiettato ‘L’urlo’, uno dei film più espressivi della filmografia brassiana, interpretato da Gigi Proietti e Tina Aumont (doppiata da Mariangela Melato) e bloccato per censura dal 1968 al 1974.

Il dibattito che ha seguito la proiezione è stato coordinato da Vito Santoro, professore di Letteratura e cinema all’Università di Bari. Sono intervenuti anche il critico Antonio Tentori e l’Avvocato Michele Lo Foco insieme all’Avvocato Vincenzo Siniscalchi. Questi ultimi due hanno raccontato le vicissitudini della pellicola. 

Leggi anche: Tinto Brass sposa Caterina Varzi: “L’amore è la vera trasgressione”

Il Maestro veneziano, prima della proiezione del film aveva così commentato l’evento: “Sono lieto di ricevere questo speciale omaggio. Sono fiero de ‘L’urlo’ ma devo confessare che mi è costato parecchio, perché fu questo il film per cui persi l’occasione di girare ‘Arancia Meccanica’. ‘L’Urlo’ è un film del sessantotto e non sul sessantotto. A Londra, dove girai le riprese, respiravo ogni giorno gli umori rivoluzionari che aleggiavano nell’aria. Penso che questo mio lavoro sia una delle espressioni più esatte e puntuali di quel periodo”.

L’AdnKronos racconta così la trama del film e il contesto in cui è nato

‘L’urlo’, di cui Brass è anche autore del soggetto, della sceneggiatura e del montaggio, prosegue con coerenza un discorso cominciato nel 1964 con ‘Chi lavora è perduto’ sulla tragica condizione dell’uomo moderno. Il film non narra una storia, come avverte al suo inizio, ma vuole essere una testimonianza: un’esplosione di rabbia. Il grido di gioia disperato di chi tenta di uscire dalla palude di un mondo carico di violenza, di meschinità e di miseria. Lo spettacolo esaltante della libertà e della vita contrapposto all’umiliante realtà quotidiana della schiavitù e della morte. Tinto Brass è stato recentemente omaggiato anche alla Mostra di Venezia con il film documentario ‘Istintobrass’ del regista Massimiliano Zanin.