Al Pd “non serve un dittatore”: Stefano Fassina per Matteo Renzi

Pubblicato il 11 Gennaio 2014 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA
Al Pd "non serve un dittatore": Stefano Fassina di Matteo Renzi

Stefano Fassina: al Pd non serve un dittatore

“Non abbiamo bisogno di un dittatore”,

ha detto  con impeto a RepublicaTv Stefano Fassina, dimessosi da vice ministro dell’economia per la sprezzante domanda, “Fassina chi?” del nuovo e scatenato segretario del Pd Matteo Renzi.

Il Pd, ha detto Fassina, deve essere

“un soggetto politico. […] Serve una leadership forte, ma va evitato il rischio di far diventare il Pd un partito personale. Ci vuole un partito che torni a essere un partito”.

L’analisi è dura e condivisibile da parte di chi non si fa abbagliare dagli slogan un po’ di celluloide di Matteo Renzi:

“Mi sono dimesso per le ambiguità del Pd verso Letta. Percepisco in modo netto che il segretario del mio partito oltre a mettere in evidenza gli errori del governo si lascia andare sistematicamente a caricature distruttive: abbiamo avuto fase in cui era “il governo delle marchette”, e non ho mai sentito una parola di apprezzamento anche su misure importanti che pure abbiamo raggiunto”.

Subito, nella secca cronaca di Giovanna Casadio, è scattato il perbenismo. Dario Franceschini, quello che non avrebbe mai fatto educare i suoi figli

da Berlusconi e fu costretto a una umiliante retromarcia che lo qualificò come inadeguato alla segreteria del Pd. oggi sale in cattedra:

“Fassina usa parole esagerate, anche perché queste accuse preventive a Renzi sono sbagliate”.

Gianni Cuperlo non perde l’occasione per difendere il suo nuovo amore:

“Non serve un dittatore e non credo ce ne sia uno. C’è un segretario scelto a larghissima maggioranza”.

A questo punto Stefano Fassina si inebria nell’aria da Comintern e fa la sua brava autocritica:

“Con la parola “dittatore” non mi riferivo a Renzi”».