Barbara Spinelli: la parola “democrazia” scomparsa dall’Agenda Monti

Pubblicato il 4 Gennaio 2013 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Barbara Spinelli con Giorgio Napolitano (LaPresse)

Ma la parola che più stenta a sopravvivere è democrazia. Anzi scompare. Nell’Agenda Monti è menzionata solo a proposito delle primavere arabe. Se il linguaggio si è tanto rarefatto, vuol dire che a guastarsi, qui da noi, sono abitudini e regole più stremate che in altre democrazie. Scardinato non è il contrapporsi fra destra e sinistra, come pretende l’Agenda, ma l’idea stessa del conflitto, dell’alternativa che i cambi di governo possono ingenerare. Il dominio dei tecnici, aggiunge Illich, ci riduce a minorenni. Si proclama centrista, e intanto accentra. L’unità nazionale diventa non espediente ma regime ideale: quante torbide e dubbie persone, nel centro montiano!

È perché siamo a questo punto che i politici vagano nelle loro trincee come soldati mutilati, e si fanno avanti i Guidatori: banchieri, tecnici, e poteri terzi come i magistrati, e ecclesiastici che da tempo non dovrebbero neanche sfiorare il potere. Al posto della politica, dunque del dividersi costitutivo della democrazia, s’installa la clinica: la tecnica che ci sdraia tutti quanti sul klìne, a letto. La Agende non sono programmi tramutati in proclami, ma bollettini medici.

Barbara Spinelli, “Quando arrivano i guidatori”, La Repubblica, 2 gennaio 2012