Puntura di medusa: siringa al veleno iniettato a 50 mln di metri al secondo

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2017 - 05:26 OLTRE 6 MESI FA
Puntura di medusa: siringa al veleno iniettato a 50 mln di metri al secondo

Puntura di medusa: siringa al veleno iniettato a 50 mln di metri al secondo

GERUSALEMME – Chiunque sia stato punto da una medusa, ricorda il dolore lancinante provocato dai suoi tentacoli urticanti. Grazie ad un recente studio, è stato esaminato con maggiore attenzione il meccanismo della puntura, una vera e propria “siringa” al veleno, usata per colpire le vittime ad una velocità di 50.000.000 metri al secondo.

I ricercatori dell’Istituto di tecnologia israeliano, hanno studiato il meccanismo di puntura delle meduse nomadi, il tipo più comune in Israele. L’animale attacca la preda, generalmente plancton, e si difende con delle cellule contenenti siringhe: delle vere e proprie frecce al veleno.

Nonostante le meduse non abbiano occhi, orecchie o cervello, sono riuscite a sopravvivere per 600 milioni di anni, senza praticamente alcun tipo di sviluppo, caratteristica che le rende tra le creature più antiche e complesse ancora non in via di estinzione.

“Le meduse attaccano la preda o il nemico iniettando una sostanza tossica, trasmessa da migliaia di minuscole punture collocate in ogni tentacolo” spiega Il prof. Uri Shavit, che segue lo studio. “In risposta a un cambio nell’ambiente, o ad un contatto fisico, la pressione nei tentacoli aumenta e l’ago viene proiettato ad una velocità molto alta, più di 50.000.000 metri al secondo, cento volte più di un proiettile”.

Questo meccanismo, viene studiato dagli studiosi di tutto il mondo: la spiegazione più comune è che l’ago venga espulso e spari la sostanza velenosa attraverso un’azione chiamata “potenziale osmotico“.

La ricerca suggerisce che, al contrario dei comuni modelli, il fenomeno di osmosi non è limitato alla capsula nel tentacolo, ma avviene attraverso l’ago presente alla fine del tentacolo. Come spiegato da “Popular Science”, un altro autore dello studio, Tamar Lotan, sta utilizzando le scoperte per capire come utilizzare la puntura della medusa a vantaggio dell’uomo. La sua start-up, Nidaria, produce creme solari in grado di proteggere dalle meduse.