Francia: un movimento contro la procreazione umana. Il loro slogan è “tutto sesso niente figli”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 18:12| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

A Parigi si organizzano i “party-non parto”. Ne parla Il Giornale, in un articolo firmato da Annamaria Bernardini De Pace. Secondo gli ispiratori del movimento, che predica il sesso sterile, al mondo d’oggi è impensabile mettere un bambino al mondo, «perché – scrive il quotidiano – il mondo è marcio, non c’è posto per tutti sulla terra, perché i pannolini inquinano, perché i neonati producono anidride carbonica e via raccontando».

Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri esprime una dura condanna nei confronti dei fondatori di questo gruppo che ha utilizza come slogan “tutto sesso e niente figli”. «Gli organizzatori e i partecipanti del cupo congresso – si legge nell’articolo – si spacciano come persone di cultura, dimostrando immediatamente di non averne o di averla praticata in senso inversamente proporzionale alla vantata libera attività sessuale».

Non c’è ovviamente niente di male se una persona decide di non mettere al mondo figli, ma la scelta diventa «imbarazzante e patetica se proclamata a gruppi: anche perché mostra evidente l’incapacità e l’inutilità di stare soli, nonché il bisogno di aggregazione. Che forse è proprio alla base della creazione di una famiglia».

In Francia, la maternità è ampiamente tutelata. L’indice di natalità è aumentato ed esistono tutta una serie di sussidi e garanzie a favore delle famiglie, anche in proporzione al numero di nuovi nati. E, secondo l’articolo, sono così aumentate anche il numero delle maternità e paternità irresponsabili. «Il fare figli – scrive il quotidiano – non può essere sponsorizzato anche dall’aiuto economico promesso o sperato. Da qui il paradosso del movimento contro la genitorialità in assoluto».

Suscita sdegno l’uso di bambolotti torturati per far passare il messaggio dell’inopportunità della gravidanza. «La cultura, se ci fosse stata tra questi pretesi intellettuali, avrebbe imposto il rispetto del genere umano, ma soprattutto dei cuccioli umani. Anche se simbolicamente rappresentati».

«Mi piacerebbe scoprire – conclude l’articolo – che queste persone si sono alleate e hanno espresso così brutalmente e rozzamente i loro “ideali” solo perché rabbiosamente sterili. Nell’anima e nel corpo. Incapaci quindi di dare e formare la vita: la responsabilità più grande che si possa immaginare, ma, contemporaneamente, un ricchissimo vaso di Pandora per ciò che riguarda emozioni e sentimenti».