Nozze Gay. Hollywood plaude al primo “sì” del giudice in California

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 23:29| Aggiornato il 6 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Hollywood, con in testa al corteo virtuale il governatore della California Arnold Schwarzenegger, plaude alla prima vittoria significativa ottenuta in queste ore dai fautori dei matrimoni omosessuali in California, bloccati da circa due anni dopo un referendum che li ha condannati.

Famose star gay come Ellen DeGeneres (sposata con un’altra attrice, Portia de Rossi), un cantante come Ricky Martin (il cui outing è molto recente), hanno festeggiato la decisione presa mercoledì pomeriggio, durante la notte in Italia, da un giudice distrettuale di San Francisco. Una delle prima a fare una dichiarazione pubblica è stata la de Rossi, che si è detta “al settimo cielo” dopo la sentenza.

“E’ una giornata storica e decisamente eccitante oltre a rappresentare un significativo passo avanti verso la parità dei diritti per tutti”, ha aggiunto l’attrice di origine australiana. Ma, la vicenda è lungi dall’essere terminata e finirà verosimilmente alla Corte Suprema degli Stati Uniti prima di essere risolta definitivamente.  Il giudice di San Francisco, Vaughn R. Walker, ha stabilito che è incostituzionale proibire i matrimoni gay e lesbici nel Golden State, come deciso con l’approvazione della cosiddetta ‘Proposition 8’, un referendum popolare del 2008.

Con una maggioranza del 52%, grazie all’attivismo delle organizzazioni vicine ai mormoni e all’opposizione degli afro-americani che non lo considerano un diritto civile, i californiani avevano deciso con un referendum di bandire le nozze tra omosessuali, legali fino a quel momento in California.

In tutto i matrimoni celebrati nel Golden State sono circa 18mila, e sono tuttora validi. La sentenza, salutata immediatamente sia da Schwarzenegger, sia dal sindaco di Los Angeles, Antonio Villaraigosa, apre teoricamente la porta alla ripresa delle nozze gay e lesbiche in California. Sarà lo stesso Walker a deciderlo nelle prossime ore, forse già domani, ma è probabile che il giudice aspetterà la sentenza di appello, data per scontata, da parte di un tribunale federale della stessa San Francisco, attesa però solo nei prossimi mesi.

Quindi, qualunque sarà il verdetto in appello (che potrebbe dar ragione a Walker secondo la stampa californiana), è altrettanto scontato che i perdenti si rivolgeranno alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che secondo gli esperti dovrebbe giudicare ricevibile il ricorso, atteso però soltanto nei prossimi anni. Come si comporterà il tribunale dei tribunali Usa presieduto dal conservatore John Roberts e a maggioranza cattolica, se dovrà davvero pronunciarsi, è una incognita assoluta.

Tutti gli occhi saranno verosimilmente puntati du Anthony Kennedy, che ha spesso rappresentato l’ago della bilancia tra i nove ‘saggi’, e non sono in pochi a scommettere che darà il suo via libera. Le prime udienze del processo di San Francisco si erano svolte all’inizio dell’anno ed il ricorso era stato inoltrato da una coppia di lesbiche che contestava la legittimità della ‘Proposition 8’ giudicata incostituzionale perché lede i diritti umani, che devono essere uguali per tutti. Negli Usa, i matrimoni omosessuali sono legali in Stati in Stati del New England come Massachusetts, Connecticut, Vermont e New Hampshire, in Iowa e nel Distretto di Columbia che ospita la capitale Washington.