Dominique Strauss-Kahn “mezzo uomo e mezzo maiale”: parola di amante

Pubblicato il 22 Febbraio 2013 - 14:27| Aggiornato il 26 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Dominique Strauss-Kahn “mezzo uomo e mezzo maiale”. E’ il ritratto dell’ex direttore del Fondo monetario internazionale fatto dalla sua ex amante (una delle tante) Marcela Iacub, giornalista argentina trapiantata a Parigi, 49 anni e firma del quotidiano di sinistra Libération.

Iacub ha avuto per sette mesi una relazione clandestina con Strauss-Kahn. Ha raccontato quel rapporto in un libro, “Belle et Bete”, “La bella e la bestia”, che uscirà il 27 maggio. Alcune pagine sono state anticipate dal Nouvel Observateur, insieme ad un’intervista all’autrice.

Il ritratto di DSK che viene fuori è spiazzante, anche per chi già conosceva le vicende di prostituzione all’hotel di Lille e le altre accuse di donne ad uno degli uomini (fino a poco tempo fa) più potenti del mondo.

“In Dominique Strauss-Kahn ciò che c’è di creativo, di artistico e di bello appartiene al maiale, non all’uomo. L’uomo è schifoso, il maiale è meraviglioso anche se è un maiale, cioè un essere intrattabile. È un artista delle fogne, un poeta dell’abiezione e della sporcizia”.

Iacub ha anche dato la propria versione del presunto stupro ai danni di una cameriera del Sofitel di New York: “Solo un maiale può trovare normale che una miserabile immigrata africana gli faccia un beeep! senza alcuna contropartita, solo per fargli piacere, solo per rendere un umile omaggio al suo potere. La poveretta è tornata nella stanza per vedere se tu gli avessi lasciato qualche mancia ma non c’era niente. Nemmeno una parola, nemmeno un fiore”. Qui sarebbe scattata la vendetta attraverso la denuncia.

Iacub ha tirato in ballo anche Anne Sinclair, giornalista ricchissima ed ex moglie di Strauss-Kahn. “Per lei, il mondo è diviso fra padroni e servi. Lo trova normale. Come se vivessimo nell’Ancien régime”. Strauss-Kahn e Sinclair hanno minacciato querele. Intanto l’immagine di Strauss-Kahn maiale cavalca il pensiero dei francesi. E, c’è da giurarsi, non solo di loro.