Gioco pubblico e raccordi normativi: presentato libro a Roma

di Silvia Di Pasquale
Pubblicato il 17 Maggio 2016 - 17:39 OLTRE 6 MESI FA
Gioco pubblico e raccordi normativi: presentato libro a Roma

Presentazione del volume “Gioco pubblico e raccordi normativi” a Palazzo Rospigliosi (Roma)

ROMA, 17 maggio – “Gioco pubblico e raccordi normativi” è il titolo del libro realizzato da Novomatic, presentato questa mattina a Palazzo Rospigliosi. All’incontro, moderato da Eleonora Daniele, hanno preso parte numerosi ospiti quali Christian De Sica, Simona Izzo e Remo Girone. In platea anche Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha spiegato come sul gioco “ci siano troppi pregiudizi ed è importante riportare l’informazione nella giusta direzione, per evitare comportamenti erronei”.

Papà era un giocatore incallito, tra i dieci più incalliti del mondo – ha raccontato De Sica – Ho imparato osservando mio padre che di fronte al gioco perdeva la testa. Un giorno avevo la febbre e alla mia richiesta di andare via per riposare mi disse: è pieno di divani. Sono stato il giovane figlio di un giocatore e credo che sia importante combattere e prevenire comportamenti potenzialmente dannosi”.

“Questo libro non parla solo di un passaggio che può essere cruciale per la sopravvivenza stessa del mondo del gioco e di cui il legislatore dovrà farsi carico” ha detto il presidente del gruppo Novomatic, l’ing. Franco Sergio Rota, che ha specificato: “Nasce circa un anno fa dal dibattito che ora attende la Conferenza Stato Regioni e che deve trovare una difficile, ma possibile mediazione”.

“Non è l’unico libro che abbiamo sponsorizzato. Crediamo che sia fondamentale impegnarsi per fornire un’informazione oggettiva sul nostro settore – ha commentato l’ing. Massimo Ruta, l’AD del gruppo Novomatic – Il primo passo nella costruzione di una cultura del gioco che è ormai un passaggio cruciale e necessario per evitare il rischio che i giochi vengano tenuti a distanza”.

Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha ricordato come sul tema del gioco pubblico vadano fatte delle precisazioni, soprattutto per quel che riguarda le cifre fornite dai media. Sul giro d’affari dell’industria del gioco, Aronica ha osservato come “la cifra di 80-90 miliardi non è reale. La spesa degli italiani per gioco è 17-17,5 mld, di cui la metà torna alla Stato, il resto è il fatturato di quell’industria. Il fatturato – ha ribadito – non il profitto”. Anche “sul gioco patologico ci sono troppe cifre, non sempre affidabili”, perché focalizzate su campioni ristretti o su ricerche internazionali.

“Nel momento in cui riduciamo l’offerta legale c’è la garanzia di non avere una rivincita del gioco illegale?” ha chiesto Aronica, rispondendo che: “Non l’abbiamo e la riprova viene dalle indagini della magistratura che dimostrano come nonostante gli sforzi alcune realtà sfuggono ai nostri controlli. Le soluzioni sono materia di confronto politico nella conferenza Stato-Regioni e – ha sottolineato – speriamo non sia solo quella tenere il gioco a distanza, ma proteggere veramente i soggetti deboli”.

IL LIBRO – Il volume “Gioco pubblico e raccordi normativi” analizza i temi della riserva dello Stato e le competenze concorrenti in tema di gioco pubblico, la questione fiscale e le distanze dai luoghi cosiddetti “sensibili”, le azioni degli organi di controllo, il punto di vista dei comuni e la regolamentazione locale del fenomeno, lo scenario dei casinò tra deroghe e sentenze della corte costituzionale. Tra gli autori: Alessandro Aronica, i professori Giovanni Leone, Livia Salvini, Castrese De Rosa, Gianfranco Bonanno, Francesco Vergine e il tenente Cosimo Nacci.

“La nostra Costituzione, tra i principi fondamentali, tutela i diritti di libertà e quelli di fare impresa senza discriminazioni”, scrive Paolo Leone nella prefazione del libro, ricordando che da essa “discendono e si ramificano, in materia di gioco ma non solo, una serie numerosa di leggi, regolamenti, decreti e circolari (…).

“Il gioco è intrattenimento e gioia di vivere e, quindi, farlo con giudizio non è peccato né reato – afferma Leone – ciò spiega anche il perché, nonostante le bufere economiche e il clima ostile di una parte della politica e dell’opinione pubblica, le persone giocano comunque ed il settore sopravvive tra molte difficoltà con sempre maggiore creatività e tenacia nel rispetto delle regole. Non posso infine fare a meno di rammentare, a me stesso per primo, che il gioco è una vera e propria industria che investe molto anche in ricerca tecnologica e occupa molte decine di migliaia di persone solamente in Italia e alimenta quotidianamente – ossia con entrate quotidiane – le finanze dello Stato italiano in misura notevole. Perché non trattarla come una rispettabile industria? Su questo tema ne sento di tutti i colori compresi i giudizi sprezzanti e diffamatori sui protagonisti (…) La domanda per il gioco esiste e va gestita attentamente senza cadere nella trappola del proibizionismo”.