Nel nome di Kafka, l’assicuratore: il libro di Cesare Lanza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2016 - 06:05 OLTRE 6 MESI FA
Nel nome di Kafka, l'assicuratore: il libro di Cesare Lanza

La copertina

MILANO – L’ex ministro Maurizio Lupi è intervenuto alla presentazione, a Milano, del libro di Cesare Lanza, “Nel nome di Kafka, l’assicuratore”. Il dibattito ha toccato anche commenti sulla giustizia, ispirati dal più celebre romanzo di Kafka, Il processo, in cui il protagonista è indagato, accusato, processato, condannato e infine giustiziato senza neanche sapere perché.

Sollecitato da Lanza, Lupi, vittima di un chiasso mediatico politico giudiziario, ha dichiarato: “Sogno un Paese con un sistema di civili alternanze politiche, mentre qui assistiamo a un orribile e chiassoso braccio di ferro, in cui ci si aggredisce sulla base di chi calunnia con maggior violenza e malvagità. La politica e la magistratura, con preziosa indipendenza, dovrebbero rispettare i loro ruoli, senza violare i confini costituzionali”.

Cesare Lanza ha da poco pubblicato il suo ultimo libro interamente dedicato ad uno degli aspetti meno noti della vita di questo scrittore celebrato nella storia della letteratura: la sua esperienza lavorativa nell’ambito del mondo assicurativo.

All’origine dell’interesse dell’autore ci fu un’attrazione irresistibile per il vissuto breve ed infelice di Franz Kafka, spezzato tra un rigoroso senso del dovere e la necessità di scrivere, ma anche dedicato a mansioni che spesso si considerano distanti da personalità del suo calibro creativo, come appunto quella di assicuratore coscienzioso ed attivo.
Anche se molti altri scrittori, artisti e poeti ebbero un lavoro impiegatizio nella loro vita – tra gli altri: Balzac, Chateaubriand, Eliot, Dickens, Bukowski, Dostoevskij, Gogol, Turgenev, Puskin, Stendhal, Maupassant, Melville, Poe, Bellow, Borges, Musil, Neruda, Orwell, Quasimodo, Montale, Saba, Collodi, Svevo, Gadda, Fenoglio, Chiara, Mann, Faulkner, London e Bernanos – tutti o quasi accettarono un incarico da impiegati al fine di poter contare su un compenso sicuro, interessandosi poco al lavoro svolto. Kafka, no. Prendeva estremamente sul serio ciò di cui si occupava, come le perizie, specificità che esercitò negli ultimi anni e che amava preparare con minuziosa scrupolosità.

Sono state recuperate e pubblicate anche alcune sue preziose relazioni a dimostrazione dell’inverosimile applicazione sul lavoro di un personaggio tanto grande come scrittore quanto misconosciuto come assicuratore.