Benedetto Croce, lo “scandalo” che nacque col terremoto di Casamicciola…

di Gennaro Malgieri
Pubblicato il 20 Luglio 2016 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA
Giancristiano Desiderio Lo scandalo Croce. Quel vizio insopportabile della libertà

Benedetto Croce, lo “scandalo” che nacque col terremoto di Casamicciola…Nella foto la copertina del nuovo libro di Giancristiano Desiderio:
Lo scandalo Croce. Quel vizio insopportabile della libertà

All’alba della cosiddetta Prima Repubblica, Norberto Bobbio sostenne in Politica e cultura : “Chi volesse oggi capire il liberalismo non mi sentirei di mandarlo a scuola da Croce”. Sempre Bobbio, nel crepuscolo della stessa accompagnato dalla verticale caduta del comunismo, disse in un’intervista raccolta nel volume Per conoscere Croce: “La storia gli ha dato ragione”. Il lungo intervallo di tempo non ha, malauguratamente, costituito l’occasione per la cultura italiana di “metabolizzare” la filosofia crociana e le sue ricadute sulla vita politica e sociale. E Bobbio, con la sua cospicua scuola, non ha certo contribuito a fare chiarezza sul lascito di Croce che, al di là delle strettoie puramente speculative, è molto semplice e comprensibile: la persistenza della libertà a fondamento delle ragioni individuali e collettive.

Lo “scandalo” del quale parla Giancristiano Desiderio nel suo libro, postilla, se si vuole, del denso ed avvincente (quale miglior riconoscimento ad un libro di filosofia) Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Liberilibri), pubblicato due anni fa e vincitore del Premio Acqui Storia, sta tutto nella sfida crociana ai sistemi che hanno, in maniera diversa, compresso la libertà o soltanto l’hanno messa tra parentesi. Lo stesso Bobbio proprio perché  “neo-illuminista”, come si definiva in contrapposizione al “neo-hegeliano” Croce (che peraltro non fu mai hegeliano, ma piuttosto il maggior critico di Hegel), con il suo fondamentalismo giacobino, almeno fino a quando la storia sembrava dargli ragione, non poteva comprendere il significato che il filosofo di Pescasseroli dava all’etica della libertà in tempi fortemente condizionati da ideologie totalitarie o autoritarie.

Lo scandaglio di Desiderio ci restituisce, dopo decenni di oblio, Croce al quale va riconosciuto, anche da parte di coloro che liberali non sono e non lo sono mai stati,  di avere un con lui “un debito”, come segnalava acutamente Giovanni Spadolini.  E  questo debito va onorato restituendogli sostanzialmente  quel che ha donato con la sua attività intellettuale, vale a dire “quel vizio insopportabile della libertà” che, nonostante tutto, non è andato perduto. Anzi, si sostanzia ancora oggi di una critica a tutte le forme di condizionamento civile da parte di quelle filosofie che vogliono farsi ancelle del potere. E’ pur vero – e Desiderio nella sua onestà intellettuale non avrà difficoltà a riconoscerlo – che non sempre filosofia e potere sono stati in antitesi. Al contrario, le migliori forme di potere sono quelle che si sono strutturate secondo una filosofia della politica e della storia che beninteso ha avuto al centro la salvaguardia dei diritti dei popoli e le libertà degli individui. Il mondo classico fornisce  esempi al riguardo molto ragguardevoli e convincenti.

Tuttavia, soprattutto nel secolo passato, la filosofia ha fornito la giustificazione alla “gloria” di oligarchie che hanno dominato senza riguardi i popoli conducendoli non di rado a massacri orrendi ed ingiustificabili. Croce è stato uno dei critici più feroci – ed accanto ci metterei Hanna Harendt – di quelle scuole di pensiero che si sono prostituite invece di contrastare l’avidità del potere personale.

E’ su questo che si accentra Desiderio nel considerare provocatoriamente “scandaloso” Croce. E nel suo libretto ci richiama a rileggerlo non come “oggetto di culto”, ma per quello che è: “Un alimento della libertà della cultura nella storia del pensiero occidentale”. Comunque la si pensi, questo dato non può essere negato.

Come non può essere negato che in Croce vita ed opera coincidono e la seconda nasce dalla sofferenza, dal dolore, dalle privazioni. Il motivo esistenziale è prevalente, come quello della conquista della libertà. La filosofia di Croce nasce da una tragedia personale: il terribile e devastante terremoto di Casamicciola del 28 luglio 1883 che si portò via il padre, la madre e la sorellina e dove egli stesso rimase sepolto sotto le macerie. Perciò, Desiderio, con grande sensibilità può concludere: “La filosofia non è un fazzoletto che possa asciugare le lacrime degli uomini o possa annullare i dolori della vita affettiva e della vita morale giacché per Croce la vita si consola solo con la vita, si risana solo vivendo e affrontando i doveri che essa, l’esistenza, ci reca innanzi”.

 

GIANCRISTIANO DESIDERIO, Lo scandalo Croce. Quel vizio insopportabile della libertà, Liberilibri, pp.104, 15,00 euro