Twitter, “oltre la metà dei fan di Grillo sono falsi”. Parola di ricercatore

Pubblicato il 19 Luglio 2012 - 19:46 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (Lapresse)

ROMA –  Anche Beppe Grillo bara? Oltre la metà dei suoi fan su Twitter sarebbero falsi: profili fantasma buoni solo a fare massa. E’ quanto emerge da uno studio condotto dal professore dello IULM e imprenditore Marco Camisani Calzolari, patron della Digital Evaluations (società con base a Londra specializzata nella misurazione del reale valore dei social media per aziende e vip). La radiografia dell’account di Grillo – riportata dall’Ansa – è parte di una più ampia ricerca sui follower Twitter di partiti e/o leader politici italiani, che sarà presentata prossimamente.

Ma passiamo ai numeri. Sui circa 600mila fan del comico genovese e guru del Movimento 5 Stelle, quelli ritenuti quasi certamente dei falsi, generati da programmi informatici automatici, sono 327.373. Il 54,5%. I follower sicuramente reali sono invece solo 164.751 (il 27,4% del totale).

Il resto è invece composto da un 6,3% di account protetti – dei quali non è possibile controllare le interazioni – e da un 11,6% di incerti. “I politici, ancor più delle aziende, hanno bisogno di usare i numeri per mostrare la loro forza in termini di consenso politico”, spiega Camisani Calzolari, noto per aver fatto il ‘contropelo’ alle grandi multinazionali.

“Fa parte dell’arsenale delle tecniche di comunicazione: chi sbandiera consenso, attrae consenso”. E siccome i social network sono uno strumento sempre più rappresentativo per i capi di partito, il professore ha deciso di sottoporre anche i politici alla cura della verità ai loro account Twitter. “I risultati sono interessanti e soprattutto diversi tra loro”, assicura.

Per ora sotto la lente di ingrandimento ci è finito Grillo. Per arrivare ai dati definitivi è stato utilizzato un software in grado di analizzare un campione di 20mila follower individuando ”sulla base di parametri oggettivi” quali rispondevano a persone in carne e ossa e quali erano stati sviluppati da programmi automatici.

“I risultati – spiega Camisani Calzolari nella ricerca – sono basati su un algoritmo capace di assegnare punti ‘comportamento umano’ e punti ‘comportamento BOT’ (la sigla che identifica i programmi automatici, ndr) . Il metodo e l’algoritmo sono stati definiti secondo criteri che personalmente ritengo validi e sostenibili, ma occorre evidenziare che altri ricercatori potrebbero applicare valori diversi ai parametri o utilizzare metodi diversi, ottenendo quindi risultati differenti. I dati evidenziano grandi quantità di presunti ‘BOT’, o quantomeno utenti non attivi, nel suo profilo”.