Facebook “non tutela da vendette a luci rosse”: dopo Tiziana Cantone…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Ottobre 2016 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA
Facebook "non tutela da vendette a luci rosse": dopo Tiziana Cantone...

Facebook “non tutela da vendette a luci rosse”: dopo Tiziana Cantone…

ROMA – Una valanga di azioni legali contro Facebook per ‘revenge porn‘, cioè la diffusione online di immagini di nud0 di una persona di cui ci si vuole vendicare. E’ quello a cui potrebbe andare incontro il popolare social network dopo la causa di una ragazza di 14 anni, irlandese, che ha visto una sua foto hard comparire a più riprese sulla piattaforma.

La storia viene raccontata dal Guardian che ha raccolto il parere di una serie di avvocati ed esperti in materia. La testata, tra le righe, ricorda anche il caso di Tiziana Cantone, suicida dopo un suo video a luci rosse finito in rete. “Abbiamo clienti che vedono postati ripetutamente contenuti offensivi che li riguardano e devono fare richieste all’infinito per sopprimerli”, dice al Guardian Iain Wilson, avvocato per Brett Wilson.

“Casi come questo rischiano di aprire la porta ad altre cause civili contro Facebook e altri social media. Abbiamo già visto un aumento nel numero di persone che si rivolgono a noi per saperne di più. In futuro potrebbe diventare un problema serio per i social”, questo il parere di Paul Tweed, avvocato dello studio Johnsons.

La vicenda che ha fatto esplodere il dibattito è questa. Il mese scorso un giudice della corte suprema di Belfast ha respinto il tentativo di Facebook di evitare il tribunale per il caso di una ragazza di 14 anni che aveva visto la sua foto comparire più volte tra novembre 2014 e gennaio 2016 in una pagina sul social. La compagnia di Mark Zuckerberg si è difesa spiegando di aver rimosso l’immagine ad ogni segnalazione, ma secondo i legali della minorenne la società avrebbe avuto il potere di prevenire ogni ripubblicazione usando un sistema di tracciamento per identificare l’immagine.

“Si sta diffondendo sempre di più la sensazione che Facebook non faccia abbastanza per affrontare i contenuti vietati dai propri termini e condizioni di servizio. Dovrebbero impegnarsi con più energia”, sottolinea John Carr, un’autorità nel Regno Unito in materia di relazioni tra bambini e internet. “Abbiamo profondamente a cuore la tutela della sicurezza delle persone, e lavoriamo con associazioni di beneficenza, accademici ed esperti di tutto il Regno Unito e l’Irlanda per sviluppare programmi di istruzione di base e contribuire a creare un ambiente in cui ognuno si senta al sicuro”, ha puntualizzato un portavoce di Facebook.

“Nella mia esperienza Facebook è molto veloce a reagire quando viene segnalata un’immagine, il problema sono anche questi siti di revenge porn, come mai hanno il permesso di essere online?”, si chiede Laura Higging, creatrice di ‘Revenge porn hotline’, che da’ supporto alle vittime di questa pratica. Il Guardian cita due vicende recenti, quella di Tiziana Cantone e la rimozione della celebre foto della ragazza del Napalm scattata durante la guerra in Vietnam, per spiegare come “sia difficile per Facebook barcamenarsi tra la censura e la protezione, l’apertura e la responsabilità”. La data dell’udienza per il caso della 14enne irlandese non è stata ancora fissata, i legali della ragazza hanno intrapreso azione legale anche contro l’uomo che ha postato la foto.