Finanziamenti pubblici editoria, Camera affossa legge M5s

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2015 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA
Finanziamenti pubblici editoria, Camera affossa legge M5s

Finanziamenti pubblici editoria, Camera affossa legge M5s

ROMA – La Camera dei Deputati salva il finanziamento pubblico all’editoria e affossa la proposta di legge del M5S che ne chiedeva l’abolizione. Per far saltare tutta la proposta di legge è bastato un singolo voto. Quello con cui l’Assemblea ha approvato, con parere favorevole del Governo, l’emendamento interamente soppressivo del primo articolo del testo presentato da Sel, il ‘cuore’ del provvedimento.

L’emendamento di Sel è passato con 301 viti a favore, 115 contrari e 12 astensioni. Contro hanno votato M5S e Lega. Proprio contro Sel sono arrivate le proteste più dure da parte degli esponenti M5s. Stefano Di Battista sceglie il sarcasmo: “Per Sel lo Stato deve continuare a pagare i giornali, d’altra parte deve pagare il vitalizio a Vendola”.

Dopo il question time l’Assemblea esaminerà il secondo articolo della proposta di legge, relativo alle modalità di pubblicazione dei bandi di gara degli enti pubblici, prevedendo che siano pubblicati non più sui giornali ma anche sui media. Tuttavia, anche sul secondo articolo, viene spiegato da fonti parlamentari di maggioranza, dovrebbe esserci il voto contrario dell’Aula.

Il Pd ha criticato il testo di M5S. “Un testo non emendabile, in base al principio che M5S sostanzialmente non vuole che si voti del loro testo per parlare di cose che non esistono”, sostiene il relatore Roberto Rampi. “Il Pd aveva presentato una sua proposta di legge in merito: se ci fosse stato un confronto saremmo arrivati a un testo unificato”.

Cosa prevedeva il testo M5s cassato dalla Camera. Con l’art1, appena emendato si prevedeva l’abrogazione di tutte le forme di  finanziamento all’editoria escluse quelle per i contributi di natura prevalentemente sociale. Gli 80 milioni di euro di fondi diretti riservati all’editoria secondo M5s andavano dirottate al finanziamento di startup di nuovi progetti editoriali nel campo media per gli under 35.

Repubblica sintetizza anche il resto del testo:

L’art. 2 propone l’abolizione dell’obbligo di pubblicazione dei bandi di gara della P.A. su quotifiani nazionali e locali sostituendolo con altre modalità di pubblicazione meno costose per gli enti locali, con conseguente risparmio di 3 miliardi di euro. La proposta prevede inoltre il mantenimento del fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti, e quello per il finanziamento delle pubblicazioni per le minoranze linguistiche, l’abolizione dei fondi per l’editoria italiana all’estero. Rimanda al lavoro della Commissione giustizia il tema del conflitto di interessi nell’editoria.