Giornalisti indiani corrotti? I giudici li proteggono nell’inchiesta Finmeccanica…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2017 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Giornalisti indiani corrotti? I giudici li proteggono nell'inchiesta Finmeccanica...

Giornalisti indiani corrotti? I giudici li proteggono nell’inchiesta Finmeccanica… (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Lo scandalo delle tangenti pagate dalla ex Finmeccanica (oggi Leonardo – Finmeccanica) per vendere elicotteri Agusta in India ha coinvolto anche i giornalisti indiani. La magistratura però ha fatto muro attorno alla libertà di stampa. La Corte suprema dell’ India ha detto no alla richiesta di una indagine a tappeto sulla corruzione dei giornalisti indiani, alcuni dei quali furono portati in vacanza in Italia a spese della Finmeccanica. Forse avrebbero dovuto scrivere bene dei nostri elicotteri.

La richiesta era stata avanzata da un importante giornalista indiano, Hari Jaisingh, il quale aveva sollecitato la suprema corte e il comando della Polizia indiana.

Quella dei viaggi a scrocco è una pratica molto diffusa nel mondo. Ne sono portabandiera le case automobilistiche, con la scusa della presentazione di nuovi modelli. In America hanno coniato una espressione, “Junket journalism“, che si può liberamente tradurre in giornalismo dello scrocco. In Italia, a parte le invettive degli esclusi, nessuno sembra scandalizzarsi troppo. Che in India, Paese considerato fra i più corrotti al mondo, un giornalista accusi i suoi colleghi di una vacanza a scrocco in italia per parlar bene di un elicottero appare un’idea piuttosto bizzarra.

La Corte suprema di New Delhi lo ha comunque messo a posto. Indagare sui giornalisti scrocconi sarebbe un “attacco” alla libertà di stampa: “Non condurremo nessuna indagine contro i media, a meno che non ci sia un coinvolgimento diretto. Sarebbe un tentativo mascherato di limitare la libertà di stampa. Questo è un attacco alla libertà di stampa, non ci presteremo mai”. “Sembrerebbe un tentativo mascherato per minare l’indipendenza e la libertà dei media, ha detto la magistratura, aggiungendo “questo è un attacco ai media. Non ci presteremo”. “Non possiamo minare i diritti dei media in questo modo, dal momento che hanno uno status di indipendenza sancito dal nostro sistema democratico” hanno sentenziato i giudici.

La corte, però, ha chiarito che nel momento in cui le agenzie di investigazione si imbatteranno in determinati elementi sul coinvolgimento di alcuni individui, saranno libere di far partire le indagini.

Un avvocato in rappresentanza di Hari Jaisingh, ha riferito che alcuni giornalisti sono stati corrotti per influenzare le decisioni e che in cambio fecero un viaggio in Italia, nel 2013, completamente finanziato da Finmeccanica.

Il procuratore generale, ha richiesto il patteggiamento dicendo come possa esserci un’indagine sul ruolo dei media quando c’è un’accusa che vede due persone che figurano nell'”accordo di management dei media”.