Myrta Merlino contro gli haters: “Mostrerò vostre facce in tv”

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Settembre 2017 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA
Myrta Merlino contro gli haters: "Mostrerò vostre facce in tv"

Myrta Merlino contro gli haters: “Mostrerò vostre facce in tv”

ROMA – “Mostrerò le loro facce in tv”. E’ la minaccia di Myrta Merlino agli odiatori del web, contro i quali ha deciso di ingaggiare una campagna su La7, intitolata “Odio l’odio”. In un’intervista al Corriere della Sera la giornalista spiega agguerrita: “L’odio fa male a chi lo prova e a chi lo riceve. Ed è contagioso. Gli odiatori vanno stanati, segnalati e puniti”.

Per questo Myrta Merlino punta ad una legge che consenta di identificare e processare gli haters:

“Proverò a riunire su una legge i parlamentari che frequentano L’aria che tira. Vorrei che anche i Cinque Stelle si dissociassero. Ho già convinto Luigi Di Maio a prendere le distanze dagli insulti che ricevo dai grillini, ma una cosa è farlo a mezza bocca in tv, un’altra è impegnarsi”.

Ma in cosa consisterà esattamente la sua campagna:

“Ogni giorno, darò una grafica con i peggiori post. Che siano persone comuni, anonimi, politici, devono tutti vergognarsi. E manderemo i nostri redattori a cercarli”. Perché? “Per chiedere di ripetere quello che hanno scritto, spiegarlo, avere un confronto. Mentana su Facebook ne mazzola tanti che poi si smontano. Ho il sospetto che siano tutti vigliacchi che, alla terza domanda pacata che gli fai, tacciono”.

Gli insulti che più l’hanno offesa?

“Un post in cui invitavano a ‘farmi la festa’, uno con la mia faccia in un wc e un ‘tiriamo la corda’”.

“La violenza verbale è inammissibile – aggiunge – quanto quella reale. E, dalla Rete, trasmigra ad altri luoghi, imbarbarendo non solo il linguaggio, ma gli animi”.

Perché proprio ora ha deciso di scendere in battaglia?

“Quest’estate – spiega sempre al Corriere – guardavo mia figlia Caterina, 16 anni, controllare like e faccine e mi sono accorta di essere terrorizzata: io, se ricevo un insulto, spengo e non ci penso più, ma una sedicenne no, ne soffre. Buona parte del riconoscimento della sua identità passa dai social”.