Rai, ecco le nomine sicure: Ida Colucci Tg2, Luca Mazzà Tg3, Andrea Montanari…

di Sergio Carli
Pubblicato il 3 Agosto 2016 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
Rai, ecco le nomine sicure: Ida Colucci Tg2, Luca Mazzà Tg3, Andrea Montanari...

Luca Mazzà e Ida Colucci in una combo di foto d’archivio. ANSA

Rai, ecco le nomine sicure. Mario Orfeo confermato al Tg1, la berlusconiana Ida Colucci promossa da vicedirettore a direttore del Tg2, al posto di Marcello Masi (era in quota Udc), Luca Mazzà al posto di Bianca Berlinguer alla direzione del Tg3.

Vincenzo Morgante (vicino a Renato Schifani) sarà con ogni probabilità confermato alla direzione della Tgr, la testata regionale, così come a dirigere Tg Parlamento dovrebbe andare Nicoletta Manzione. Andrea Montanari verso Radio Rai, mentre Antonio Di Bella dovrebbe essere confermato alla direzione di RaiNews.

Cosa si può dire dei nomi? Sembrano tutti buoni professionisti e sono tutti “interni”, persone che lavorano in Rai da tempo e quindi conoscono la macchina che si apprestano a guidare.

Cosa succede oggi, 3 agosto 2016, e cosa succede domani, 4 agosto? Il cda Rai dovrebbe essere riunito per:

1 L’esame semestrale dei conti
2. Verifica della situazione immobiliare
3. Discussione delle linee guida del piano Verdelli, che non è ancora un piano e quindi non va presentato alla vigilanza Rai

Il Cda del 3 agosto non parlerà di nomine per un inghippo burocratico: le nomine non sono all’ordine del giorno. Alle 15 la presidente Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto sono attesi da Raffaele Cantone, il capo dell’Anti corruzione che non perde l’occasione di andare sui giornali. Ha letto delle nomine dei consulenti esterni e vuol vederci chiaro. Nomi come quello dell’editorialista di Repubblica Francesco Merlo potrebbero finire nel tritacarne.

Alle 20.30 Maggioni e Campo Dall’Orto sono attesi dalla Vigilanza Rai, una commissione che però ha le armi spuntate e non potrà più di tanto dire la sua sulle nomine.

Le proposte formali del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto – e i relativi curricula – potrebbero però arrivare ufficialmente sulle mail dei consiglieri soltanto 24 ore prima del voto in cda che è slittato a giovedì 4 agosto. Una scelta dettata probabilmente da ragioni di “correttezza istituzionale” nei confronti della Vigilanza, come richiesto da più parti, sinistra Pd compresa.

Se Antonio Di Bella è destinato a restare saldamente al vertice di RaiNews 24 – e intanto festeggia lo scoop dell’intervista al presidente turco Erdogan – in ballo ci sarebbero anche Radiorai (il nome sarebbe quello di Andrea Montanari) e soprattutto le nuove collocazioni per la Berlinguer, che avrebbe rifiutato la conduzione di una striscia quotidiana prima del Tg3 delle 19 e starebbe valutando l’ipotesi di un doppio appuntamento serale, e per Masi, per il quale sarebbe pronta la poltrona di vice di Verdelli.

E proprio in difesa del direttore uscente del Tg2 scende in campo il ministro dell’Interno e leader di Ap Angelino Alfano, parlando di “ingiusta punizione”: “Leggo che la sua sostituzione avviene per giustificare quella al Tg3 della dottoressa Berlinguer. Se il tutto si fa in una logica di sfida a sinistra per il controllo del Tg3, è un qualcosa di molto vecchio”.

Resta sulle barricate l’opposizione, che accusa il governo di normalizzare i tg Rai per preparare la campagna mediatica in vista del referendum costituzionale. “Renzi sta accelerando il valzer delle nomine a prima della pausa estiva per poter mettere in moto la macchina per la sua propaganda già per fine agosto”, avverte Roberto Calderoli della Lega. Il premier “sta facendo carne da porco della Rai”, è l’affondo di Renato Brunetta (FI). L’esecutivo punta ad “allineare tutte le testate sul Sì al referendum, neutralizzando le voci più autonome come quella di Bianca Berlinguer”, afferma Alfredo D’Attorre di Sinistra italiana.

E se il M5S torna ad attaccare Orfeo e il Tg1, “megafono del sì al referendum”, critiche arrivano anche dall’Usigrai: “Il dg smentisce se stesso: contano i nomi, contano le poltrone, il piano può arrivare dopo”.

“Nessuno scandalo: fare le nomine è una prerogativa dell’azienda”, replica dal Pd Francesco Verducci, purché “prima ci sia la presentazione del piano editoriale”. In cda Carlo Freccero, che per primo ha gridato al rischio di ‘epurazione’ ai danni della Berlinguer e anche oggi non nasconde la sua “indignazione” (“Non abbiamo ancora il piano editoriale, né i curricula”), si appella alle regole e chiede che quella di giovedì sia una riunione ad hoc, per rispettare i tempi dello statuto.

“Dopo le indiscrezioni di questi giorni non fare le nomine significherebbe lasciare le persone e i tg in una situazione di precarietà che non va bene per nessuno – commenta Franco Siddi -. Si facciano avvicendamenti che abbiano una loro ratio o si confermino i direttori che non possono restare in un tritacarne infinito. E’ nell’interesse della Rai e dei singoli trovare subito una soluzione”.