Rai, sindacato proclama sciopero 8 giugno e chiede le dimissioni del Cda

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2017 - 18:55| Aggiornato il 25 Maggio 2017 OLTRE 6 MESI FA
Rai, sindacato proclama sciopero 8 giugno e chiede le dimissioni del Cda

Rai, sindacato proclama sciopero 8 giugno e chiede le dimissioni del Cda

ROMA – I comitati di redazione della Rai hanno indetto uno sciopero per l’8 giugno e hanno chiesto le dimissioni del Consiglio di amministrazione contro quello che definiscono uno “stallo aziendale”.

In un comunicato, i rappresentanti sindacali della Rai criticano il “conflitto” interno all’azienda, che lunedì scorso ha portato alla bocciatura da parte del Cda del piano di riforma dell’informazione presentato dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto.

I giornalisti chiedono anche “una legge che assicuri alla Rai una governance indipendente e libera da ogni controllo politico e risorse certe”.

“L’assemblea dei Cdr e dei fiduciari delle giornaliste e dei giornalisti della Rai riunita ad Assisi ritiene gravissima la situazione in cui questo vertice aziendale (Direttore Generale, Consiglio d’Amministrazione e Presidente) in maniera irresponsabile sta facendo precipitare la Rai Servizio Pubblico”, si legge in un documento, approvato all’unanimità, con cui l’assemblea dei Comitati di redazione e dei fiduciari, riunita ad Assisi, chiede le dimissioni di tutto il vertice dell’azienda.

“Una deriva – prosegue il documento – che oggi più che mai chiama in causa anche la responsabilità e il ruolo degli azionisti. I quali non possono limitarsi ad essere spettatori, ma hanno il dovere di intervenire per assicurare una guida sicura e stabile alla Rai, in grado di riformare l’azienda, partendo dal confronto e l’ascolto di chi ogni giorno è impegnato sul campo”.

Un vertice che, denunciano i giornalisti riuniti in assemblea, “dopo 22 mesi di immobilismo non è stato in grado di approvare un progetto di riforma dell’informazione, anzi: in un periodo che copre i due terzi del loro mandato, ne hanno affossati, prima ancora di discuterli, ben tre (il piano Gubitosi-Rizzo Nervo-Fiorespino, il piano Verdelli, il piano Campo Dall’Orto). E questo a causa di guerre interne che nulla hanno a che fare con l’interesse del servizio pubblico”.