Aereo abbattuto, cura anti Aids del futuro persa con i medici morti?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Luglio 2014 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA
Aereo abbattuto, insieme agli esperti anti Aids persa la cura del futuro?

Aereo abbattuto, insieme agli esperti anti Aids persa la cura del futuro?

MELBOURNE – Qui, all’altro capo del mondo, li aspettavano per un importante convegno in cui fare il punto sui nuovi passi e sulle nuove strategia nella lotta contro l’Hiv. Aspettavano i medici, i ricercatori e i docenti che non sono mai arrivati, quegli uomini e quelle donne che stavano volando in Australia ma che nel continente dei canguri non sono mai arrivati, abbattuti sui cieli dell’Ucraina. Oltre 100, probabilmente 108 si disse all’indomani dello schianto, numero sceso poi a meno di 10, verosimilmente 7. Ma mai come in questi casi quello che conta non è la quantità, ma la qualità. E quello che è certo è che sul volo MH17 c’erano alcuni tra i maggiori esperti mondiali della lotta contro l’Aids, e sono morti. E il dubbio, la paura, il rischio è che con loro possa essere andata perduta anche qualche conoscenza fondamentale, qualche nuova arma contro l’Hiv che forse non ritroveremo mai.

“Una vita spesa a cercare la via d’uscita dall’Aids – raccontava Giusi Fasano sul Corriere della Sera all’indomani dell’abbattimento del volo della Malaysia Airlines -. Era il 1982 quando Joep Lange, olandese di Amsterdam, cominciò a occuparsi dei pazienti con Hiv. Aveva poco più di trent’anni e capì fin da subito che quella sarebbe stata la sua missione: da allora in poi avrebbe dedicato tempo, energia e studi alla causa anti-Aids. E così ha fatto fino a giovedì, fino al volo della morte che ha preso insieme a sua moglie Jacqueline. Lange aveva 60 anni ed era diventato una voce fondamentale fra i medici attivi nella lotta all’infezione da Hiv. A Melbourne, dall’altro capo del mondo, lo aspettavano come si può aspettare l’ospite d’onore, il più importante di tutti, il pioniere della ricerca che avrebbe illuminato anche stavolta il pubblico con i suoi interventi. Dalla ventesima Conferenza internazionale sull’Aids ieri hanno fatto sapere che i programmi non cambieranno. Domani si apriranno i lavori: “Andiamo avanti come pianificato e lo facciamo anche come riconoscimento dell’impegno dei nostri colleghi. Un’occasione per riflettere e ricordare le persone che abbiamo perso”.

Lange non era l’unico esperto a bordo del volo abbattuto sulle campagne ucraine, ma era quasi certamente il più noto e come tale era atteso in Australia. Non abbiamo, come non ne hanno i suoi colleghi, certezze sul fatto che in tasca avesse la cura miracolosa per sconfiggere il virus. Ed è anzi ad onor del vero improbabile che Lange avesse trovato la chiave per battere l’Hiv. Ma è altrettanto probabile, o comunque verosimile, che Lange in Australia avrebbe reso note le ultime conquiste delle sue ricerche. In fondo i convegni medici servono anche a questo: a confrontarsi e presentare i risultati delle ricerche di ciascuno. Sono dei simposi in cui ci si confronta, in cui si confrontano le diverse scoperte, i vari passi avanti, in modo da coordinare un lavoro che è, effettivamente, planetario.

Cosa avrebbe detto Lange non lo sapremo. Ovviamente aveva dei colleghi e dei collaboratori, e certamente non viaggiavano tutti con lui. Ma un’assistente non sempre, anzi quasi mai, sa esattamente tutto quello che sa il suo primario. E’ normale che così sia. Ci saranno, nei computer degli uffici di Lange e negli appunti dei suoi collaboratori, tracce del suo lavoro. Ma qualcosa è inevitabilmente andato perduto.

“Lo scienziato olandese – raccontava ancora la Fasano – era docente di Medicina interna all’Academic Medical Centre dell’Università di Amsterdam, soltanto uno dei suoi moltissimi impegni professionali. La sua carriera decollò nel 1984 quando, ancora molto giovane, guidò l’Amsterdam Cohort-Study per l’infezione da Hiv e l’Aids. Un anno dopo partì con le indagini di laboratorio sui marker sierologici nell’infezione da Hiv, dopodiché la sua fama e la sua bravura lo portarono alla guida del Natec (National Aids Therapy Evaluation Centre) e, dal 1992 al 1995, alla Clinical Research and Product Development dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lui e i suoi amici attivisti anti-Aids erano insieme, com’è stato fino all’ultimo, anche quando nel 2001 Lange fondò la PharmAccess Foundation, associazione no profit di Amsterdam nata con lo scopo di migliorare l’accesso alle terapie anti-Aids nei Paesi in via di sviluppo”.