Auto, la tua dalla in affitto: vale 4000 € l’anno. Ma in Italia legge boicotta

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA

affittoROMA – Un costo che diventa un’opportunità. Questo potrebbe essere il futuro delle automobili italiane. Come? Con il noleggio tra privati. Le nostre auto, dicono le stime, passano il 90% della loro “vita” ferme in un parcheggio, perché allora non sfruttare questo mare di tempo facendole lavorare? Affittandole, il proprietario potrebbe coprire in parte o in toto i costi di gestione delle auto, stimati in 3500 euro l’anno e, in alcuni casi, persino guadagnare. In Francia come in Germania è già una realtà. In Italia i “soliti” problemi legal/burocratici rendono la cosa, per ora, problematica se non impossibile. Eppur qualcosa si muove…

Automobile croce e delizia degli italiani che, negli anni, è diventata un mezzo, uno status symbol irrinunciabile. Croce per i costi a lei legati, dall’acquisto alla benzina sino alle assicurazioni. Voci, le ultime due, sempre protagoniste di aumenti causa tasse o altro. Delizia, forse, da domani. Le nostre amiche a quattro ruote potrebbe infatti diventare un’inaspettata fonte di reddito. Il ragionamento è semplice, e ricalca quello che da qualche anno ha ormai preso piede sulle case, ed è il seguente: quando l’auto è ferma, così come quando la casa è vuota, basta affittarla per farla fruttare. Sull’auto, per esempio, la si può dare in affitto quando si parte per le vacanze e la si lascia a casa, o anche nelle ore della giornata in cui resta inevitabilmente ferma sotto l’ufficio.

In Europa come negli Stati Uniti questa possibilità è già realtà, con decine di migliaia di utenti. Persone che possono vedere azzerati i costi per esempio di manutenzione ed assicurazione e vantaggi per chi vuol affittare che, evidentemente, lo può fare a prezzi più vantaggiosi rispetto alle società di autonoleggio classiche.

Ma se un’idea è così semplice ed efficace, perché non è già stata realizzata, ci si può legittimamente domandare. La risposta è semplice quanto l’idea stessa: per due ordini di fattori, primo una “naturale” scarsa fiducia nel prossimo e un’innata gelosia nei confronti delle proprie cose, secondo la legislazione che lo rende quasi impossibile. Se il primo aspetto può essere superato grazie al beneficio economico, leva di solito efficace, per il secondo bisogne sperare che, come è accaduto in Francia, il legislatore intervenga per cambiare lo status quo.

“Il Bengodi del noleggio – scrive Irena Maria Scalise su Repubblica – si è finora arenato in una pastoia fatta di assicurazioni, gelosia dei proprietari e sfiducia nel prossimo. Attualmente la “polizza assicurativa” prevede esclusivamente l’uso privato del mezzo, in caso di noleggio tra privati si possono invece configurare profili di natura commerciale che possono far decadere la copertura RC auto. Ed è proprio l’Aci, in un Paese che vede più di tre milioni di veicoli che circolano senza assicurazioni perché la gente non ha i soldi per pagarla, a chiedere di cambiare le cose trasformando la vettura in un’inaspettata fonte di guadagno. ‘C’è un vuoto di carattere giuridico normativo che riguarda l’affitto tra privati, perché sia possibile anche in Italia c’è bisogno di “certificare” i possibili accordi tra i cittadini a tutela dei diritti individuali, dell’ordine pubblico e della sicurezza stradale – spiega il presidente Angelo Sticchi Damiani -. Vorremo creare delle “piazze virtuali” d’incontro tra automobilisti attraverso i 106 Automobile Club provinciali così da permettere il funzionamento di questo mercato garantendo la regolarità dei veicoli dal punto di vista della qualità e dell’assicurazione’”.

All’estero funziona: in Germania la Tamyca (abbreviazione di Take my car) ha più di 3 mila auto in gestione. In Francia la Buzzcar ha 65 mila utenti e 7500 auto. In America c’è la Relay-Rides, attiva in 49 stati. I presupposti, quindi, ci sono. Ed in più la tecnologia offre anche in questo campo soluzioni pratiche e veloci. Uno dei modi infatti per realizzare l’affitto tra privati è quello di usare delle app ad hoc che, comodamente sullo smartphone, possono mettere in contatto proprietario e affittuario sfruttando anche la geolocalizzazione. In Italia ci stanno provando Massimo Petrella e Federico Schmid, creatori di Car2Share: “Stiamo lavorando alla start up e abbiamo riscontrato grande interesse al nord come al sud. Le difficoltà sono legate alle compagnie di assicurazione ma erano le stesse in Francia, speriamo non sia necessario rivolgersi a assicurazioni straniere perché sarebbe un vero peccato”.