Bacche Goji, Açai: anti colesterolo, crampi, infiammazioni, vecchiaia e off side

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 27 Gennaio 2014 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

acaiROMA – Il tempo delle bacche di Goji è già segnato, la nuova frontiera dell’alimentazione sana, gustosa ed esotica è l’Açai. Il nuovo frutto miracoloso arriva questa volta dal sud America, dal Brasile e precisamente dall’Amazzonia e promette, come e più dei suoi predecessori, di essere una specie di panacea sotto forma di mirtillo contro tutti i mali.

Piccolo, tondo e violaceo, esattamente come il nostrano mirtillo ma dotato di ben altre caratteristiche e potenzialità. E’ l’Açai, il frutto che arriva dal Brasile e che sta spopolando nelle diete più chic e nelle palestre più alla moda. Nemmeno il tempo di scoprire tutte le magnifiche qualità delle bacche di Goji, che subito i consumatori stanno scoprendo l’ultimo elisir di lunga vita vegetale. Avevamo appena fatto l’abitudine a quei sacchetti zeppi di simil uva passa dal colore rosso brillante che è il Goji nei supermercati, che già ci tocca andare a caccia del nuovo arrivato.

“Fa bene alla pelle, ai capelli, alle unghie, rallenta l’invecchiamento, elimina lo stress, è un alleato contro i crampi muscolari, mestruali, i chili di troppo e se assunto con regolarità diventa quasi un antibiotico naturale”, scrive Michela Proietti sul Corriere della Sera. E, si potrebbe ironizzare, mette in salvo dal fuorigioco l’attaccante che lo beve con regolarità. Ma, al di là dell’umorismo, spesso se non sempre vengono magnificate le supposte proprietà del frutto delle meraviglie di turno con un pizzico di enfasi eccessiva. Il Goji faceva, e fa ovviamente bene. Così come bene e forse meglio farà l’Açai ma, nessuno dei due, è l’elisir di lunga vita. Purtroppo. Sono questi alimenti, specie se arrivano da paesi lontani e misteriosi, spesso “vittime” della moda. Vittime nel senso che, assecondando appunto le mode, diventano per un periodo un “must” cui nessuno può fare a meno, salvo poi sparire e finire nel dimenticatoio appena un nuovo “articolo” arriva a prendere il loro posto.

Al netto delle mode ha comunque l’açai delle proprietà che vanno riconosciute. Proprietà che sono figlie di quel mix di proteine, fitosteroli (attivicontro il colesterolo ‘cattivo’), vitamine, minerali, antociani (contenuti anche nel vino rosso, ma l’açai ne contiene 33 volte tanto), lipidi naturali e calcio che il piccolo frutto contiene. Frutto proveniente dalla foresta amazzonica, straordinario giacimento della biodiversità (solo lo scorso anno sono state scoperte 441 nuove specie tra pesci, uccelli e piante), che arriva sino a noi sotto forma di sacchetti congelati. Più o meno come il Goji.

Massimo Castelli, fondatore e ad del marchio Açai Italia (www.acai-italia.com ), che distribuisce il suo prodotto nei negozi Naturasì e Cuorebio, oltre che on-line, racconta come il volume di affari sia imponente. “Già da tempo in Europa abbiamo superato un milione di euro di fatturato, con la Germania capofila”. “Sul potenziale weight-loss , che comunque esiste, vanno ridimensionate le aspettative, ma più di uno studio ha confermato come la sua struttura nutrizionale sia simile ad un olio di ottima spremitura e come, per il suo apporto proteico, sia del tutto paragonabile a un uovo, cosa mai accaduta prima con un vegetale”, spiega poi Castelli. Non ci sono dosi consigliate per beneficiare degli effetti. “Potrei dire ‘un açai al giorno’, come siamo abituati a sentire riguardo alla mela, ma in realtà vogliamo promuovere uno stile di vita nutrizionale che assecondi il nostro piacere”.