Esodati: salva…classe 1952. In pensione vecchio stile a 62 anni nel 2014

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Giugno 2012 - 14:12| Aggiornato il 24 Gennaio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Elsa Fornero (LaPresse)

ROMA – “Classe 1952, salvi!”. Non ha usato queste esatte parole il ministro Elsa Fornero ieri (20 giugno) alla Camera ma il senso del suo intervento è ampiamente riassumibile in questo modo. La questione è sempre quella degli esodati: centinaia di migliaia per Inps e sindacati, decine di migliaia per il governo. Nodo cruciale questo tanto che lo stesso premier Monti, ieri, a fine giornata, si è impegnato in prima persona a risolverlo: “Risolverò il problema esodati” ha detto. Soluzione necessaria anche perché, senza di essa, Pd e Pdl sembrano uniti nel voler far saltare la riforma del mercato del lavoro.

Il ministro Fornero ha spiegato la sua posizione a palazzo Madama, definendo “parziale e fuorviante” la tabella fornita dall’Inps (quella che fa riferimento a 390 mila esodati) e ha aperto alla copertura di altri 55 mila lavoratori, oltre ai 65 mila già tutelati dal decreto. Tra i lavoratori salvaguardati, ha precisato il ministro, oltre a quelli “interessati da accordi collettivi, sottoscritti con il governo” potrebbero esserci coloro che “entro il 2014 hanno raggiunto i requisiti o che hanno superato una soglia di età, per esempio 62 anni”. Cioè i nati nel 1952.

Questo non è però bastato ad Alfano, Casini e Bersani che solo dopo l’impegno preso in prima persona da Mario Monti, che ha promesso “interventi tempestivi”, hanno sepolto l’ascia di guerra.

Ascia che era stata mostrata nella mattinata di ieri nella forma di una dura contestazione al ministro Fornero e sottolineata da interventi alla Camera di Pd e Pdl applauditi vicendevolmente, un unicum di questa legislatura. Per far sentire il loro peso però, Pd e Pdl in testa, non si sono limitati alle parole e agli applausi, ma hanno messo sul piatto della bilancia la ben più pesante riforma del mercato del lavoro. Riforma che sarà votata, con fiducia, la prossima settimana. E riforma che i due principali partiti italiani, e sostenitori dell’esecutivo, avevano minacciato di non votare in assenza di una soluzione per gli esodati.

Sotto il peso di questa prospettiva, o volendo ricatto, il premier Monti è stato costretto ad assumersi direttamente l’onere di trovare una via d’uscita. Le questioni saranno risolte “tempestivamente, con appropriate iniziative legislative, anche sulla base delle costruttive proposte provenienti dai gruppi di maggioranza”. Così recitava una nota di Palazzo Chigi diffusa ieri sera. Prima di lui, come detto, il ministro Fornero aveva già promesso e prospettato l’allargamento della platea dei “salvi” a coloro i quali sono nati nel 1952 e avranno quindi 62 anni nel 2014. Non sarà l’unico requisito richiesto per salvarsi ma già questo ha aggiunto 55 mila lavoratori ai 65 mila che già avevano vista risolta la situazione dal decreto.