Di Maio: “Tutto inventato da partiti e giornali”. La palla in tribuna

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 7 Settembre 2016 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA
Di Maio: "Tutto inventato da partiti e giornali". La palla in tribuna

Di Maio: “Tutto inventato da partiti e giornali”. La palla in tribuna

ROMA – Luigi Di Maio sceglie via Facebook la via più breve: “Il sistema dei partiti e dell’informazione a loro legata ha montato un caso incredibile…lo dico ai cittadini che vogliono risposte”.

Quindi “montate dal sistema” e inventate le dimissioni volute dal sindaco di Roma Raggi del Capo di Gabinetto Raineri, dell’Assessore al Bilancio Minenna, del capo di Ama Solidoro (tutti e tre arrivati in Campidoglio con il beneplacito di M5S versione Casaleggio Grillo. Inventata l’indagine a carico dell’assessore Paola Muraro e inventato ce sindaco Raggi lo sapesse e non lo avesse detto in pubblico, agli elettori, dal 19 di luglio al 4 settembre. Inventate tutti i dinieghi in pubblico della Raggi e della Muraro. Inventata la richiesta pressante di Grillo e di gran parte di M5S alla Raggi di allontanare il “network Alemanno”, cioè Salvatore Romeo e Raffaele Marra, dalle effettive leve di comando in Campidoglio…

Inventate anche le parole di Beppe Grillo “Ce la facciamo se ripartiamo con il piede giusto”. Stanno sul blog le parole di Beppe Grillo. Se però è tutta invenzione, tutto “montaggio”, tutto grande complotto, che dce Grillo, ha cosa si riferisce con il “ripartire”? Di che parla? Ha preso abbaglio Grillo?

No, è che Di Maio ha preso paura, tanta. E’ ormai documentato che Di Maio fu informato dalla Raggi e non solo dell’indagine a carico della Muraro. Uno scambio di email. Domanda: “E’ pulito?”. Risposta: “Non è pulito”. Di Maio sceglie ad agosto e condivide con la Raggi la linea del nulla trapeli. La linea dell’acqua in bocca. Lo fa forse per prudenza, forse per panico, forse per troppa astuzia, forse per senso di onnipotenza, forse per sottovalutazione, forse per imbarazzo. Per qualunque cosa e motivo l’abbia fatto ora avverte che è stata scelta incauta, potrebbe esserne chiamato a risponderne, forse perfino da Grillo, in privato s’intende, non in streaming. E quindi Di Maio butta la palla in tribuna, offre al pubblico la consolante e unificante teoria dell’arbitro cornuto e nemico.

Il Grande Complotto del tutto inventato è quanto aspettavano con ansia quelli, tantissimi del (siamo a Roma) chiamiamoli “non ce vonno sta”. Non ci vogliono stare, non ci sanno stare. Esponenti di primo piano e parlamentari di M5S che sanno di Roma hanno dichiarato che “è il momento delle scuse”, che non serve “prendersela coi giornali”. Un lungo e non concluso vertice nazionale di M5S  sta cercando rimedio e chiede alla Raggi di rimediare, da dentro M5S si sente “fuori chi non ha nulla in comune con noi” e ogni riferimento ad Assessori scelti dalla Raggi è esplicito.

Ma Di Maio, il pavido Di Maio, quello che dovrebbe essere un leader che affronta la crisi, spiattella la verità, modifica in meglio le cose, prende la guida della realtà prende paura e scappa nel magico e fantastico mondo dove tutto ciò che accade non è vero. Conclude Di Maio il suo messaggio Facebook: “Caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto”. In un minuto? Auguri…Sono settimane che M5S non riesce a smontare il caso che al contrario gli monta su da dentro, proprio da dentro se stesso. Forse il minuto cui si riferisce Di Maio è quello sufficiente ad un atto di fede: credo la realtà non esista. Basta anche meno di un minuto.