Italiani specie in estinzione: 20% sterili, spermatozoi dimezzati e nel 2050…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 28 Maggio 2015 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA
Genitori e figli

Foto Ansa

ROMA – Come i gorilla. Gli italiani si stanno estinguendo proprio come i loro pelosi cugini, o anche come le tigri o altre specie a rischio. Vanno ad estinguersi e non lo sanno, eppure è pura aritmetica: se ogni coppia fa 1,39 figli è solo questione di tempo per fare la fine dei gorilla. Mettici pure il calo fertilità: 20 per cento delle coppie sterili, l’inquinamento che femminilizza i maschi dimezzando gli spermatozoi, l’innalzarsi dell’età media del parto a 32 anni, il non lusinghiero pareggio tra uomo e donna nella responsabilità dell’infertilità di coppia…e ottiene l’italiano come “specie” a rischio estinzione.

L’affermazione è un filo provocatoria ma, in fondo, non del tutto infondata. Se per gli italiani il destino toccato ai dodo, e cioè l’estinzione, è un orizzonte ancora lontano, è assolutamente vero che la fertilità di chi il Belpaese abita sta crollando a picco. Ed inevitabilmente, se la fertilità crolla e non si fanno figli, il punto d’arrivo non può che essere l’estinzione.

I motivi per cui in Italia si fanno meno figli sono diversi e lontanissimi tra loro. Si va dall’inquinamento atmosferico a quello alimentare, che riduce il numero degli spermatozoi negli uomini o, tramite gli ormoni, li “femminilizza”, sino allo stress che riduce la fertilità in generale. Ma ci sono anche altre cause come i ritmi e i tempi della vita moderna che posticipano sempre più il momento del concepimento, rendendolo più difficile e condannando spesso i figli, se arrivano, a rimanere figli unici. E non serve essere un matematico per capire che se due genitori fanno un solo figlio, il numero degli italiani non potrà che andare riducendosi sempre più.

“Oramai – scrive Paolo Russo su La Stampa – due coppie su 10 hanno difficoltà a procreare per vie naturali. Solo 20 anni fa erano la metà. E non si creda che il problema riguardi solo le donne. Anche i maschi non sono più fertili come un tempo, dato che la loro produzione di spermatozoi si è dimezzata nell’ultimo mezzo secolo. E poi c’è il fattore età. Corpi sempre più modellati dal fitness e dalle diete ci hanno fatto illudere che anche le lancette della fertilità potessero fermarsi. Ma non è così, perché sopra i 35 anni nel caso delle donne, i 50 per gli uomini le capacità di procreare si riducono al lumicino. A saperlo però sono meno della metà degli italiani. Così si tenta di fare figli sempre più in la negli anni”.

“Il quadro della situazione individua alcune cause che hanno portato ai dati rilevati – spiega il Corriere della Sera -: ‘Nell’uomo – spiega Andrea Lenzi, nuovo presidente della Società italiana di endocrinologia, tra i relatori della presentazione del Piano – nei primi 10 anni di vita le patologie maschili che più danneggiano la fertilità sono il criptorchidismo (ritenzione testicolare), le orchiti e la torsione del funicolo spermatico. Mentre nel periodo puberale (12-14 anni) la fertilità è messa a repentaglio da problemi ormonali e dal varicocele, quest’ultimo può proseguire a danneggiare la fertilità per tutta la vita. Dai 14 ai 20 anni i pericoli per la fertilità dei maschi sono le infezioni genitali e gli stili di vita alterati’. Anche la donna non è immune. ‘Tra i 10 e i 15 anni le patologie femminili che più danneggiano la fertilità sono i disturbi del comportamento alimentare e le infezioni genitali, oltre alle alterazioni ormonali – ricorda Lenzi – Quando si cresce, tra i 20 e i 40 anni, le malattie che mettono a rischio la fertilità sono i disturbi ovulatori, l’ovaio policistico, le infezioni genitali, i fibromi’”.

Una tendenza che se non verrà invertita non potrà che avere un esito, e cioè la scomparsa ‘dell’homus italianus’. E con buona pace di Salvini e di tutti quelli che l’immigrazione osteggiano, saremo mescolati e passeremo ai posteri anche da chi fa più figli di noi. Sempre che nel frattempo avremo imparato a produrre di nuovo ricchezza: nel 2050 gli inattivi saranno l’84 per cento degli attivi. Cioè su cento persone che lavorano, ce ne saranno 84 che non lavorano, in prevalenza anziani. Questa è l’estinzione economica dell’ homo italianus, la demografia dice che nessun diritto acquisito reggerà se non facciamo più figli di ora e non produciamo più e meglio di ora. La campana è suonata anche in culla.