Sondaggio Mafia Capitale. Impuniti protetti o indagini a casaccio?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 7 Ottobre 2016 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
Sondaggio Mafia Capitale. Impuniti protetti o indagini a casaccio?

Un frame tratto da un video delle intercettazioni dei Ros, la cui operazione “Mondo di Mezzo” ha portato all’arresto di 37 persone per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalita’ mafiose e per essere l’associazione, facente capo a Massimo Carminati, armata, Roma, 2 dicembre 2014. Nel frame un momento della conversazione tra Massimo Carminati (D) e Salvatore Buzzi, suo braccio destro ‘imprenditoriale’. ANSA

ROMA -Sondaggio su Mafia Capitale. Mafia Capitale, la prima micro semi “sentenza” non è facile da accettare e non è agevole respingerla. Non è una sentenza, non c’è stato ancora processo. E’ solo una richiesta di archiviazione per…niente meno che 116 indagati. Richiesta di archiviazione da un particolare punto di vista che chiameremo politico/sociale è però ancor di più che una sentenza di assoluzione. Se processi uno/a per Mafia Capitale poi questo viene assolto vuol dire che il sospetto era legittimo anche se poi risulterà infondato. Ma se uno/a lo indaghi e poi magistratura stessa chiede archiviazione e cioè che il processo nemmeno si faccia, allora vuol dire che l’indagine stessa a carico di uno/a era senza reale fondamento.

Ma come? Il sospetto sui politici e amministratori praticamente tutti della cosa pubblica a Roma era apparso a tutti noi più che credibile. Gli elettori romani lo hanno trovato così fondato da costruirci sopra il 70% quasi di voti alla Raggi sindaca M5S, sindaca fondamentalmente per quello, per la Mafia Capitale degli altri. E ora 116 richieste di archiviazione? Ben 116 che non meritano processo e non meritavano neanche di essere indagati? E tra questi 116 quasi tutti i politici e gli amministratori che eravamo sicuri, certi fossero chi più chi meno coinvolti, anzi, diciamola tutta, colpevoli. Dura da digerire, la notizia crea quanto meno sorpresa.

O forse no, forse non c’è da sorprendersi. Non è l’eccezione, è purtroppo molto frequente che grandi indagini sulla corruzione finiscano poi giudiziariamente per evaporare o quasi. Perché succede?

Una risposta, una tesi, un sentimento si sintetizzano così: perché sono impuniti e impunibili. I 116 di Roma, come tanti altri prima di loro, escono dall’indagine perché protetti dal loro stesso status. Si può pensarla così, molti la pensano così. A pensarla così c’è però un problema, una contraddizione. Se sono impuniti e protetti tra i “protettori” c’è la stessa magistratura cui il cittadino pronto a giurare sul “tutti ladri” concede sempre massima fiducia quando indaga, invia avvisi di garanzia, convoca…Bel problema.

Oppure succede perché spesso (non sempre ma spesso) le indagini sulla corruzione si fanno, come dire, a casaccio. La corruzione è un vasto e abitato mare, getta una rete, qualcosa verrà dentro quando la tiri fuori dall’acqua. Come prima imputazione affibbiamo a tutti…quella di essere pesci. Si può pensarla così ma anche così c’è un problema: se i pescatori lasciano a desiderare, se il metodo di pesca è un a casaccio sceneggiato questo vuol dire che il mare della corruzione è deserto?

Ovvio che no, il mare della corruzione ha come usa dire la massima concentrazione di biodiversità. Nel senso che è abitato da ogni e da ogni e da ogni specie sociale. Forse questa constatazione aiuta a capire perché è molto difficile rispondere se siano impuniti protetti o indagini a casaccio. Eccola la constatazione, può farla chiunque: lo stesso atto politico amministrativo, la concessione di un finanziamento, l’assegnazione di un appalto sono alla nascita salutati da giornali e opinione pubblica come atto benefico e dovuto. Poi il finanziamento e l’appalto mutano in corso d’opera nel racconto e nella percezione e vengono narrati e vissuti come malversazione e corruzione. La gente, la stessa gente, prima plaude al finanziamento, poi vorrebbe in galera chi ha maneggiato il finanziamento.

Che vuol dire? Vuol dire che la cosa pubblica intesa, vissuta, votata e teorizzata come esclusiva distribuzione e assegnazione di pubblico denaro è misura e metro di buon governo o fonte di corruzione? Nella nostra vita pubblica la confusione, anzi la commistione è grande se non totale.

Perciò: impuniti protetti e impunibili o indagini a casaccio e opinione pubblica sovra eccitata altrettanto a casaccio nel tutti in galera e tutti a casa? La risposta più saggia, equa e, spendiamo questa parola oggi abusata, onesta è: non lo so. Il dubbio è realistico, concreto. Concedersi la libertà del dubbio è lasciarsi la vera libertà di giudizio.

Ma il non lo so può non soddisfare, non corrispondere all’emozione, al sentire che la notizia induce. Dunque vi chiediamo per via di sondaggio: 116 richieste di archiviazione, niente processo per 116 politici e amministratori indagati per Mafia Capitale. Secondo voi perché

1) Impuniti, impunibili, protetti

2) Indagini a casaccio, opinione pubblica sovra eccitata

Partecipa al sondaggio:

[SURVEYS 360]