Mafia capitale gli arrestati leader di preferenze. Scelti dal popolo e giovani..

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 8 Giugno 2015 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Luca Gramazio

Luca Gramazio (foto Ansa)

ROMA – Il campione è senza ombra di dubbio Luca Gramazio, che alle elezioni regionali del Lazio ha raccolto ben 19mila preferenze. Ma gli altri non sono da meno e sono, tutti, campioni di specialità; e che vengano dal Pd o dal Pdl poco cambia. Sono gli arrestati, i politici romani finiti nell’ultima fetta dell’inchiesta Mafia Capitale che in comune, oltre alla capacità di riunire intorno al loro nome considerevoli fette d’elettorato, hanno anche la giovane età.

“I tre politici del partito democratico arrestati giovedì mattina – scrive Mattia Feltri su La Stampa – sono fra i sei più votati alle elezioni comunali del 2013”. E sono Mirko Coratti, ex berlusconiano di ferro finito tra i democratici via Udeur, 7mila 800 preferenze raccolte anche grazie all’attenzione dedicata al mondo dei tabaccai; Pierpaolo Pedetti, 5mila 200, e Daniele Ozzimo, 5mila 100. Rispettivamente secondo, quinto e sesto nella classifica dei più votati dem.

Stesso discorso cambiando sponda politica. Giordano Tredicine e Luca Gramazio, i due forzisti accusati a vario titolo di far parte dell’organizzazione messa in piedi da Carminati&co, sono anche loro tra i più bravi a raccogliere preferenze. Tredicine, “il campione dei caldarrostai”, tanto che in Campidoglio lo chiamano “portace du’ castagne”  (come lo definisce Feltri), è il rampollo della famiglia che gestisce, di fatto, il mercato degli ambulanti romani, è stato infatti il secondo degli eletti nelle liste dell’allora Pdl alle ultime comunali (7mila 800 preferenze). Meglio di lui, anche se con una platea più ampia a disposizione, Luca Gramazio, il figlio dell’ex parlamentare An Domenico, capace di raccogliere quasi 20mila preferenze alle regionali.

Non sono, ovviamente, le preferenze buone o cattive in assoluto, lo diventano in relazione al loro utilizzo. E’ però un fatto che i politici arrestati con l’accusa di aver messo in piedi un’organizzazione criminale capace di lucrare e rubare e su tutto, compresa la disperazione dei migranti, sono tra quelli che più preferenze ottengono e, quindi, di queste s’avvantaggiano. Un dato che meriterebbe probabilmente una riflessione anche a livello nazionale, dove le preferenze sono state a lungo terreno di scontro sulla nuova legge elettorale ma dove, raramente, si è ragionato sulla loro reale applicazione preferendo farne una bandiera da rivendicare o avversare a seconda delle posizioni.

Ed una riflessione merita forse anche l’elettorato che quelle preferenze accorda. Perché se è vero che Coratti, Gramazio e gli altri raccolgono molto, altrettanto vero è che quei voti qualcuno glieli porta, concede, offre. E perché glieli porta, concede, offre? Perché sono i più bravi a far campagna elettorale? I più spregiudicati? O perché, forse, con i traffici ipotizzati dalla magistratura, promettono e distribuiscono favori ed affari? Non è un mistero e non è un peccato dire che, se una classe dirigente fortemente corrotta è quella che ci governa, è questa lo specchio di chi la vota. Né Coratti né Gramazio sono stati infatti imposti.

Infine, un ultimo e purtroppo sconfortante dato: “Coratti – riporta Feltri – ha 42 anni, Pedetti idem, Ozzimo ne ha 43, Tredicine 33, Gramazio 34”. Alla faccia della rottamazione e della speranze che, con le nuove leve, il mondo sarà migliore…

Preferenze…voto di preferenza…indicati come la chiave e lo strumento perché l’elettore scelga davvero e non sia costretto a votare i “nominati” dai leader di partito. Preferenze, diventate bandiera niente meno che della sinistra anti Renzi. Preferenze che ogni volta che le vedi all’opera vedi cosa in realtà sono e a cosa servono: alla clientela nel migliore dei casi, allo sfascio dei conti nella generalità dei casi, alla corruzione in casi che si moltiplicano. E ricambio generazionale come strumento e garanzia di una migliore gestione della cosa pubblica: un’altra favola campata in aria e una favola senza lieto fine.