Quello che i maschi non fanno…il letto, la lavatrice, il ferro da stiro

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Maggio 2012 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Più di un uomo su due non fa mai la lavatrice, uno su tre non rifà il letto e due su tre non hanno idea di come si stiri una camicia. Il ruolo maschile nella gestione domestica è certamente cambiato negli ultimi decenni. I compiti a casa, dalle pulizie al cambio dei pannolini sono sempre più condivisi, complice ovviamente il ruolo lavorativo che le donne hanno acquistato. Esistono però dei territori che sono ancora praticamente off limits per gli uomini. Non per pigrizia, o almeno non solo per quella, ma anche perché sono le stesse donne che, spesso, non permettono ai mariti di intromettersi.

Il 37.9% dei maschietti non fa mai le pulizie e il lavoro domestico è ancora appannaggio femminile nel 71.3% dei casi. Solo il 7.9% degli uomini si da da fare tra i fornelli mentre, prerogativa dei compagni e dei mariti, rimangono i lavoretti domestici e le riparazioni varie, effettuate dagli uomini nel 50.5% dei casi, e la gestione della spazzatura, portata fuori dai maschi il 25.8% delle volte. La lavatrice non la “fa” il 55, 4 per cento degli uomini. Mai, proprio mai. Mai impugna il ferro da stiro il 68,6 per cento dei maschi in casa. Mai rifà il letto il 32,4 per cento. In parzialissimo compenso uno su quattro, il 25,8 per cento, porta fuori la spazzatura.

Rispetto a 50, 25 o anche solo 10 anni fa molto è cambiato. Gli uomini fossilizzati sul divano di fronte alla partita con la “cofana” di spaghetti in grembo è ormai, nella stragrande maggioranza dei casi, un ricordo fantozziano. Come è ormai una rarità la mamma che stira, lava e accudisce i bambini mentre il papà lavora, gioca a calcetto o si beve una birra con gli amici.

Oggi gli uomini e le donne, le mamme e i papà, lavorano. Ovvio quindi che la gestione della casa, così come della prole, debba essere condivisa. Mentre però i papà sono oramai bravissimi e collaudati nell’accompagnare i figli a scuola, nuoto, pianoforte e via dicendo, come sono bravissimi nell’intrattenere i piccoli con giochi e divertimenti vari, esistono ancora delle “roccaforti” da cui è difficile scalzare il potere femminile. Già, perché non dipende solo dalla pigrizia dei maschi, ma sono le donne stesse, magari perché convinte (in alcuni casi a ragione), di essere più brave loro a non cedere fette di lavoro domestico. E così, per evitare la distruzione del guardaroba, la lavatrice rimane un elettrodomestico sconosciuto ai maschi. La metà di loro non ha idea di come funzioni, almeno in pratica. E nonostante il militare, che gli adulti di oggi hanno per lo più fatto, rifare il letto rimane anche lui un lavoro prettamente femminile. Eppure proprio durante la naia il rifacimento della branda era uno degli obblighi più temuti dai ragazzi di leva.

Ma il terreno su cui gli uomini possono a buon diritto apporre un latino “hic sunt leones” è quello della tavola e del ferro da stiro. Trovare un uomo che sia in grado di inamidare colletti e fare il filo dei pantaloni è una vera e propria rarità, e scovare un uomo che svolga abitualmente questo compito è più difficile che rintracciare il famigerato ago nel pagliaio.

Il ministro Elsa Fornero nei giorni scorsi ha richiamato i maschi italiani ai loro compiti, ribadendo, se ancora ce e fosse bisogno, la necessità che anche loro collaborino e contribuiscano alla vita domestica: “Oggi tutto il compito di cura di genitori anziani e figli è sulle spalle delle donne. Bisogna alleggerire questo peso e servono servizi per i disabili e per gli anziani. Il problema è che poco può essere fatto tramite il sistema pubblico perché occorre contenere la spesa”.

Il punto però è proprio questo, i maschi italiani (ferro da stiro a parte) la buona volontà sembrano mettercela solo che, loro come le donne, si scontrano spesso con “barriere culturali e non”. In altri paesi europei, soprattutto nordici, trovare un asilo nido non è come dare la caccia “all’arca perduta” e non costa un occhio della testa, avere almeno nei grandi magazzini e nei treni un luogo dove cambiare il bebè non somiglia ad un miraggio ma è la norma.