Migranti, Europa Italia fanno a fregarsi. Renzi Merkel pure

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 18 Dicembre 2015 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
Italia e UE, il doppio imbroglio sui migranti

Italia e UE, il doppio imbroglio sui migranti (foto LaPresse)

BRUXELLES – Mentre nella capitale belga va in scena il Consiglio Europeo, cioè la riunione dei più alti vertici dei governi dei vari Paesi che compongono l’Ue, tra questa e l’Italia va in scena un imbroglio al quadrato. Il doppio imbroglio sui migranti, ecco come potrebbe essere sintetizzato lo scontro in atto tra Roma e Bruxelles ed esemplificate le linee guida delle politiche delle due capitali sul tema, caldissimo, dell’immigrazione.

Sui migranti Europa e Italia fanno a…fregarsi. L’Europa si è impegnata a ricollocare 160 mila migranti in due anni. Migranti che oggi sono soprattutto in Italia e Grecia dove sono sbarcati. In tre, quattro mesi l’Europa ne ha ricollocati 184! Aggiornata a due giorni fa la cifra di 184 rende evidente che il resto d’Europa imbroglia sui ricollocamenti, imbroglia a danno dell’Italia.

Italia che però ci marcia e come sulle identificazioni dei migranti. Non li identifichiamo se non in minima parte. Per ottime ragioni: si rifiutano e se prendi loro le impronte digitali con la forza rischi (è accaduto) condanna europee (!) per violazione dei diritti umani. E per meno nitide ragioni: da sempre giochiamo a sbolognarli i migranti, se ce la fanno a varcare o confini altrui e andarsene dall’Italia noi non ci strappiamo certo le vesti, non identificarli aiuta a sbolognarli. E questa prolungata furbata innervosisce non poco gli altri paesi paesi.

Da una parte il nostro Paese quindi, che viene dagli uffici comunitari bacchettato, e anzi nei cui confronti è stata aperta una procedura d’infrazione proprio riguardante i migranti e in particolare la loro identificazione, e dall’altra l’Ue. Entrambi i contendenti promettono, ma fanno poi meno di quanto promesso e puntano, molto, sullo scarico delle responsabilità. Ovviamente, come spesso accade, in casi come questo nessuno dei due può dirsi completamente dalla parte del torto e comportamenti non proprio corretti possono essere imputati a Roma come a Bruxelles. Di certo c’è che, su questa partita particolarmente delicata e sentita, l’Europa ha mostrato tutti i suoi limiti in quanto a divisioni e scarsa capacità decisionale.

Vediamo però più nel dettaglio come e perché imbrogliano Europa ed Italia quando parlano di migranti, e facciamolo cominciando dal nostro Paese. Va detto che sui famigerati hospot, cioè i centri da allestire dove i migranti in ingresso nell’Ue dovrebbero essere identificati per poi essere smistati tra i diversi Paesi dell’Unione, l’Italia è in ritardo. Secondo l’ultima foto di Bruxelles dei 6 centri di questo tipo previsti nel nostro Paese ne è stato allestito uno solo, a Lampedusa. Non solo ma anche per questo Bruxelles ha aperto la già citata procedura d’infrazione, contestando il troppo poco fatto dall’Italia sul fronte identificazione dei migranti.

L’onere di questa spetterebbe infatti al Paese che per primo li riceve, ma non sempre profughi, rifugiati e migranti economici sono contenti e collaborativi nelle pratiche d’identificazione, anzi. Sono proprio gli stessi migranti, come spiegano anche le forze dell’ordine e chiunque lavori a contatto con loro, a non volersi farsi identificare. Questo perché temono che, come prevedevano gli accordi di Dublino, una volta identificati dovranno restare nel Paese dove sono sino all’esaurimento delle varie pratiche burocratiche senza, ad esempio, poter raggiungere parenti o amici che vivono in un diverso Paese europeo. Ci sono poi migranti che non si voglio far identificare anche per altre ragioni: provenire da alcuni paesi come la Siria ad esempio apre le porte allo status di rifugiato, ma per chi arriva da altri luoghi la storia è diversa e quindi non è raro incontrare chi tenta di farsi passare per siriano non essendolo e non vuole per questo farsi identificare. E comunque i siriani non vogliono essere identificati in Italia, anche i bambini sono stati istruti a serrare i pugni.

L’Ue ci ha chiesto di procedere all’identificazione anche “con l’uso della forza”, ma l’unica soluzione apparentemente efficace in questo senso, che è poi quella suggerita dalle forze dell’ordine, non avrà mai il via libera della politica per essere realizzata. Soluzione che consisterebbe nel ‘punire’ i migranti che non si fanno identificare impedendogli almeno per un periodo di tempo di lasciare il nostro Paese e i centri d’identificazione, facendo così venir meno la totale convenienza del rifiuto di farsi identificare. Ma trattenerli se non si fanno identificare è pietanza indigesta per i partiti di destra (significa luoghi civili e soldi per questi luoghi dove trattenerli) e indigeribile per la sinistra (griderebbe al lager). E se è facile immaginare come una simile proposta risulti indigesta alla politica, essendo lei stessa in grado di far vacillare maggioranze e governi, forse meno lampanti ma altrettanto delicati sono gli aspetti legali di questa. Una persona che non si fa identificare può infatti essere trattenuta a rigor di legge, ma non certo all’infinito.

Difficoltà evidenti che l’Italia in più di un caso cavalca, un migrante sfuggito alle maglie del nostro controllo diventa infatti il più delle volte un problema di qualcun altro, ma che l’Europa fa finta di non vedere come se non esistessero del tutto, scaricando furbescamente la responsabilità tutta sui nostri controlli.

E poi l’Europa. Alcune migliaia di chilometri più a nord, a Bruxelles, stessa questione e altri imbrogli. Quella stessa Europa che infatti ci sgrida, chiede e apre procedure, mentre fa tutto questo disattende bellamente le promesse che aveva fatto. Sono infatti passati 3 mesi da quando è stato varato il grandioso piano di redistribuzione dei migranti all’interno dei Paesi dell’Unione: la soluzione faticosamente trovata perché il peso di questo flusso non pesi solo su Italia, Grecia e gli altri Paesi esterni. 160mila migranti da redistribuire nell’arco di due anni. Finora ne sono partiti 184, quasi tutti a favor di telecamera. E questo perché quegli stessi Paesi che quando fanno parte di un’istituzione europea sono pronti a sgridarci, sono altrettanto pronti a dire no e creare mille ostacoli quando devono accogliere qualcuno. Fatta l’Europa, parafrasando Massimo D’Azeglio, sarebbe il caso di fare anche gli europei.

Nel frattempo Matteo Renzi e Angela Merkel giocano anche loro a…fregarsi. Forse per scena, forse per davvero. La Merkel propone polizia internazionale, europea per identificare migranti. Renzi sente puzza di commissariamento e fregatura. E allora fa sapere che è ora di finirla con un partito e un leader che siccome tedeschi sono più uguali di tutti gli altri. Ballano i miliardi della flessibilità rispetto alle regole di bilancio, balla la possibilità o no, niente meno, di continuare ad abbassare le tasse.