Babbo Natale: 60 anni, 2000 €, 11 giorni. I “posti feste”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Novembre 2015 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA
Un "Babbo Natale" al centro commerciale

Un “Babbo Natale” al centro commerciale

ROMA – In fila a 60 anni per vestire i panni di Babbo Natale. Succede a Roma, nel centro commerciale di Roma Est, uno dei tanti mega centri per lo shopping, in pratica mini-cittadine, nate lungo il raccordo autostradale che circonda la Capitale. Qui, tra un fast food, un cinema e un negozio di sport, un’azienda specializzata ha organizzato un casting per trovare chi vestirà i panni di Santa Claus tra il 5 ed il 23 dicembre prossimi. Appena undici giorni di lavoro ma moltissimi aspiranti ‘Babbi’: sono infatti oltre 300 i curriculum arrivati nonostante paletti precisi per la selezione per cui erano richiesti, tra l’altro, 60 anni compiuti ed il physique du rôle. Un ‘successo’ dettato anche dalla paga: 2mila euro netti. Non male anche e nonostante la crisi che, dicono i cosiddetti indicatori economici, sta allentando la morsa. Ma non è evidentemente tutto ora quello che luccica perché, come racconta un aspirante Babbo ‘professionista’ a Paolo Martini su La Stampa: “Lo stipendio sembra alto, ma il lavoro è durissimo”.

Il Babbo di professione è Liborio Di Martino, nato a Ragusa 64 anni fa, vive a Roma ed è un professionista del mestiere, con tanto di pagina Facebook con i suoi appuntamenti da Babbo Natale. “Io ho già un contratto a Porte di Roma (un altro Centro commerciale) dall’11 dicembre, ho firmato due giorni fa. Se mi vogliono posso rimanere solo fino a quella data”, spiega e aggiunge: “Bisogna vedere cosa chiedono. Duemila euro sono una bella cifra, ma cosa dovremo fare? Per esempio, se ti dicono di andare a consegnare i regali poi ci devi mettere la benzina e l’usura della macchina. Se ti chiedono di stare fuori tutto il giorno, con il freddo di dicembre? E poi sono duemila euro lordi o netti? Ricordati che nessuno ti regala niente”. E una conferma in questo senso arriva da un altro Santa Claus navigato: “I ragazzini ormai sono smaliziati, ti cominciano a chiedere dove sono le renne, cosa gli dai da mangiare…. L’anno scorso – racconta – in un negozio di giocattoli c’era una dodicenne particolarmente insistente che ha aspettato l’orario di chiusura per vedere dove andavo. Io mica potevo salire sulla mia automobile come se niente fosse, è una questione di credibilità: dopo che le avevo detto che sarebbero venute le renne che figura ci facevo? Così ho chiesto ai commessi del negozio di distrarla, mi sono intabarrato dentro al cappotto e sono sgusciato via verso l’angolo. Sono dovuto rimanere lì per un quarto d’ora buono, quella rompiscatole è rimasta un bel po’ a vedere se ricomparivo”.

Ad aggiudicarsi il posto è invece uno ‘nuovo’ del mestiere, quello che si definisce un disoccupato vero, e cioè l’ex consulente informatico Claudio Rachiele, 61 anni, di Ardea. Dalla sua una presenza scenica che sembra tagliata apposto sul ruolo e che ha sbaragliato la concorrenza. Il bando chiedeva di avere più di 60 anni, “caratteristiche fisiche in linea con il personaggio” e “ottime doti comunicative ed empatiche”. E avvertiva che la selezione sarebbe avvenuta con un “casting pubblico”, una sorta quindi di mini X-Factor all’interno del centro commerciale cui si sono sottoposti, stando ai dati da Kimbe, l’azienda che cura e realizza eventi con sede in Lombardia e che ha organizzato il casting, non tutti quelli che avevano inviato il curriculm ma almeno un centinaio di 60enni attratti, versomilmente, più dai 2000 euro che dallo spirito natalizio.

Tra questi Giovanni Meta, 49 anni che ha lavorato fino a tre anni fa in una catena di negozi di prodotti per la pulizia, poi è stato licenziato e da allora – come racconta durante il casting – si “occupa della famiglia”. “Mio figlio ha visto su Facebook l’annuncio e mi ha detto: papà, perché non ci provi?”. “Il fisico ce l’ho, la barba bianca pure, con le parole me la cavo abbastanza bene”.

Fin qui il servizio del La Stampa, il racconto del giornalista che ha partecipato al casting. Esistono comunque non pochi “posti”, si fa per dire, di lavoro che si attivano sotto l’albero. Nel turismo, nel commercio, nei servizi. Lavori di Natale stimati ad alcune decine di migliaia soprattutto nelle grandi città. Una volta prerogativa, quasi esclusiva di giovani studenti. Ora cercati anche da persone di ogni età alla ricerca di una integrazione al reddito: centinaia, migliaia di euro all’insegna del pochi maledetti e subito lavorando durante  “le feste”.